Home Cronaca Processo “Concorsopoli”, sempre più evidente l’innocenza di Gianpiero Bocci

Processo “Concorsopoli”, sempre più evidente l’innocenza di Gianpiero Bocci

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In aula poliziotti ed ex questori testimoniano a suo favore

Come avevamo supposto fin dall’inizio, non esistono ragioni concrete per credere che Gianpiero Bocci sia da ritenersi responsabile nel processo “Concorsopoli” che lo vede imputato come uno dei personaggi politici che avrebbe richiesto e pilotato raccomandazioni e perfino di aver usato la macchina di servizio per scopi impropri.
E dopo anni di tormenti legali le cose si stanno finalmente chiarendo completamente e mettendo bene per l’allora Sottosegretario agli Interni, già al vertice regionale Pd, a processo per “Concorsopoli” per associazione per delinquere, che ha presentato al processo che lo riguarda cinque testi chiave a sua difesa e discolpa.
In aula i due poliziotti a lui assegnati dal Viminale, che con la loro diretta testimonianza hanno fornito un alibi per 1’11 maggio 2018, giorno in cui, secondo i pm Mario Formisano e Paolo Abbritti, Bocci avrebbe incontrato l’ex direttore generale dell’ospedale di Perugia Emilio Duca per parlare di una prova d’esame.
A proposito i due agenti hanno assicurato che quel giorno hanno portato Bocci direttamente nella propria abitazione, a Case Bruciate, per riportare gli scatoloni del trasloco romano in quanto quello era il suo ultimo giorno da esponente del Governo.
Uno dei due ha anche fornito gli screenshot di messaggi con un collega perugino che attesterebbero il fatto che in quelle ore erano effettivamente a Perugia e che Bocci è stato accompagnato a casa senza passare per l’ospedale di Perugia.

Prima dei poliziotti della scorta sono stati sentiti gli ex questori di Perugia Giuseppe Bisogno e Carmelo Gugliotta e l’ex comandante provinciale della Gdf (titolare delle indagini) il generale Dario Solombrino. Tutti e tre hanno assicurato che mai Bocci ha chiesto loro dell’indagine in corso.

Tutti a dire che Bocci non è mai uscito dal solco istituzionale nemmeno di un centimetro.

In sostanza entrambi gli ex questori hanno smentito categoricamente qualsiasi richiesta di favoritismi o informazioni riservate da parte di Bocci durante il loro periodo di servizio in Umbria.

Carmelo Gugliotta, operativo in Umbria dal gennaio 2014 a settembre 2016, ha spiegato ai giudici che l’allora Sottosegretario agli Interni non gli ha mai chiesto favori e che i suoi rapporti con lui erano istituzionali, molto corretti e amichevoli.
Insomma ha dichiarato: «Non mi ha mai chiesto nemmeno una cortesia, neppure il trasferimento di un agente o un punteggio. Posso dire che Bocci si è impegnato per far arrivare rinforzi a Perugia per migliorare la vita in provincia».
Stessa tesi espressa dall’altro questore, Giuseppe Bisogno, a Perugia tra il 2018 e il 2019, che ha confermato: «assolutamente no, nella maniera più assoluta, Bocci non mi ha mai chiesto informazioni su inchieste o altro».