Home Perugia Perugia, sulla “fuga” dei dipendenti comunali il sindaco Romizi smentisce l’assessore Merli

Perugia, sulla “fuga” dei dipendenti comunali il sindaco Romizi smentisce l’assessore Merli

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Di questo tema si è parlato in Consiglio Comunale in risposta all’interrogazione presentata dalla consigliera Francesca Tizi (M5S)

Sono 43 i dipendenti del Comune di Perugia che nel 2023 si sono dimessi volontariamente: 33 nel 2022 e 14 nel 2021. In totale sono 90 le fuoriuscite in tre anni.

Di questo tema si è parlato in Consiglio Comunale in risposta all’interrogazione presentata dalla consigliera Francesca Tizi (M5S) «per capire cosa spinge tanti dipendenti del nostro comune a prendere tale decisione e quali strategie questa Amministrazione sta mettendo in campo per far fronte a questo fenomeno. Un fenomeno che si sta diffondendo negli ultimi anni in Italia e che intacca ormai anche il comparto pubblico considerato, a torto o ragione, dominato dalla logica del “posto fisso”».

Per la consigliera Tizi: «Sicuramente alla base delle motivazioni che spingono il personale a dare le dimissioni volontarie vi è una retribuzione non adeguata, soprattutto in quei settori a contatto diretto con cittadini e territori. Ma, dai dati dei rapporti nazionali di IFEL e dell’Osservatorio del Politecnico di Milano è stato riscontrato anche un malessere dovuto alle poche opportunità di crescita, alla formazione insufficiente, all’assenza di flessibilità, alla sensazione di non vedere riconosciuto e valorizzato il proprio impegno e la propria professionalità, alla ridotta e rigida applicazione di strumenti utili a conciliare lavoro e famiglia, come lo smart working. Le nuove generazioni cercano un ambiente di lavoro che risponda alle loro esigenze di vita privata e professionale. La flessibilità degli orari e la possibilità di lavorare da remoto, ad esempio, sono elementi fondamentali per i lavoratori moderni. I comuni che non adottano politiche di flessibilità rischiano di perdere dipendenti talentuosi.
Ma non solo. Il boom di dimissioni volontarie si ripercuote direttamente sui processi produttivi degli Enti, in particolare di quelli più piccoli come i comuni, perché se è vero che un dipendente che si dimette si sostituisce facendo scorrere la graduatoria, è anche vero che il nuovo assunto dovrà essere nuovamente formato con le lunghe tempistiche ed i nuovi costi che questo comporta.
È, dunque, indispensabile concentrarsi sulla creazione di un ambiente di lavoro positivo e sulla promozione della crescita professionale dei lavoratori. Questo significa riprogettare modelli organizzativi, investire in formazione, offrire opportunità di lavoro flessibile, opportunità di carriera interna per un’ampia fascia di dipendenti e non per pochi eletti. Non saper interpretare questa crisi vuol dire far perdere competitività alla città a scapito di tutti i cittadini, perché con poco personale e insoddisfatto, rischiamo di compromettere la qualità dei nostri servizi».

Il capogruppo dei Cinquestelle ha anche ricordato come l’assessore al personale Luca Merli, ha a suo tempo affermato che “non vi è alcun malessere tra i dipendenti e che le dimissioni provengono solo dai neoassunti che, risultati vincitori o idonei a un altro concorso pubblico, scelgono di lavorare per un ente migliore”.

Mentre il sindaco Andrea Romizi, ha tenuto a sottolineare il fatto che “carriera e condizioni di lavoro migliori sono decisive quanto uno stipendio migliore”.