Home Musica Perugia, alla Stranieri i sassofoni del quartetto del Conservatorio

Perugia, alla Stranieri i sassofoni del quartetto del Conservatorio

0
Università per Stranieri

Il docente Roberto Todini per AGiMus

Calami risuonanti e clangorosi fin dall’inizio del concerto che ieri pomeriggio ha caratterizzato ancora una volta la presenza dei concerti AGiMus all’interno dell’aula magna dell’ateneo internazionale.

Il quartetto di sassofoni di istruito e sorretto da Roberto Todini è entrato in maniera clamorosa, suonando un pezzo di Mingus. Tanto per capire che atmosfera avrebbe tirato. Federico Malfagia, la matricola del gruppo, Catia Michelle Bertolini, Cristian Terzuoli e Lorenzo Ronti si sono posizionati in pedana accanto a Todini che impugnava il suo sax soprano. Ed è stato l’inizio di una festa gioiosa che ha coinvolto i pubblico in una continua accensione di fuochi musicali, uno più vorticoso dell’altro.

Il fatto è che, in anni di insegnamento al Morlacchi, Todini, un bel musicista che declina grandi doti musicali accanto a una straordinaria dose di umanità, ha saputo allevare una belle generazione di strumentisti che esibisce in concerti, rassegne e concorsi, sempre con ottimi risultati. Ieri la sezione più propriamante accademica si apriva, come di consueto, con il primo tempo del Concerto Brandeburghse in sol maggiore, quello grasso e piacione che nel profondo spessore delle ance guadagnava, se possibile, ancor più robustezza. Dopo l’omaggio al padre dei sassofonisti, Singelée, firmatario di un bel quartetto dalle movenze eleganti, l’approdo alla Kleine Nachtmusik di Mozart ci ha fatto assaporare una serenata che, in tessitura tutt’altro che vespertina, ha saputo conservare nella robustezza della realizzazione, la sua innata signorilità. Quando poi sono cominciati a scorrere i titoli degli autori più propriamente dedicati alla formazione, allora si sono ascoltate cose di grande rilievo.

A cominciare dai due pezzi, valer e tango, che il maestro Ciccone ha dedicato al complesso perugino. Ciccone è esperto sassofonista del Conservatorio di Pesaro, sa scrivere bene, e ha belle idee da stendere in tavolozza. Si sono poi avvicendate le versioni ispaniche di Iturralde, autore di un bel Dixie e il Fandango di Romero, pagina in cui i musicisti perugini, a cui Todini forniva anche il sostegno di una percussione, hanno saputo evidenziare dei bei chiaroscuri esaltando inoltre un vorticoso episodio a contrappunto. Atmosfera del pubblico alle stelle quando veniva enunciato il trittico di Gershwin, tra cui il Summertime, emblema di un sogno americano che speriamo non debba mai tramontare. Ma c’era ancora dell’altro, con la carambola della suite di pezzi di Ellington dove ogni strumento ha avuto la sua parte, mentre gli ascoltatori cominciavano ad ululare. Raramente un concerto AGiMus ha riscosso tanto clamore di consensi, ma potete immagine cosa è successo quando è arrivato il Libertango. Nessuno voleva andare via, si chiedeva ancora musica. con una inaspettata sorpresa Todini si mette sul podio e repentinamente concerta la sinfonia del Barbiere di Siviglia che scoppietta una tutta la sua effervescenza, fino alla cadenza mirabolante del sax tenore. Ma la gente è ancora seduta e applaude. Bisogna concedere un Tito Tico finale, che frizza di entusiasmo degli instancabili esecutori. Che, va detto, per tutta la durata del concerto hanno saputo tenere una condotta strumentale impeccabile per precisione e per intonazione.

Per il pubblico dei fedelissimi e siamo tanti, appuntamento a domenica pomeriggio a s. Antonio, per il barocco di La melodiosa sorgente.
Stefano Ragni