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Nell’intervista al poeta umbro Giampaolo Bellucci parla del suo audiolibro “Libero o solo”

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L’autore si confida a colloquio con Maria Luisa Dezi

Questa volta il poeta umbro, Giampaolo Bellucci ci stupisce con un audiolibro “Libero o solo” in cui le sue poesie sono narrate  da Gianluca Testa. Questa è la seconda volta che i due collaborano. Lo avevano già fatto con  la video poesia “I bambini di Scampia” a cui aveva collaborato, tra l’altro, anche l’attrice Athina Cenci, e che aveva ottenuto il secondo posto al “Pegasus Literary Awards-Premio internazionale città di Cattolica” ed era arrivata prima al “Premio Letterario Internazionale “Città di Latina”.

“Libero o solo” è una raccolta di poesie in cui Giampaolo Bellucci narra  il suo  passato ed il suo presente  e, come è nel suo stile, c’è sempre un riferimento alla situazione sociale attuale. Iniziamo proprio dal titolo…

Che cosa è la libertà per te? Come sarebbe la tua vita se tu fossi completamente libero? 
Io lo so cos’è la libertà perché ce l’ho chiusa dentro ma temo di non riuscire a trovar le parole per spiegartela… La libertà è decidere autonomamente senza dover rendere conto a niente e a nessuno, è il poter fare quello che si vuole, quando si vuole e come si vuole…Io per esempio mi sento libero perché sono solo, so stare da solo e amo la mia solitudine e credo che a dividere la solitudine dalla libertà ci sia un sottilissimo filo, fragile come un capello…Ho intitolato questo mio nuovo audiolibro “Libero o solo” Ponendo la domanda a me stesso ma anche per far riflettere  e pensare chi ascolta per la prima volta  questa audiopoesia…

La poesia è libertà?
Sì per me la poesia è libertà… Posso esprimere quello che ho dentro, dico quello che voglio senza temere i giudizi degli altri, posso mettermi a nudo, posso protestare su quello che non mi va bene e che non voglio senza dover avere paura di niente e di nessuno, posso raccontare storie di persone e se voglio posso cambiare anche  dei particolari colorando i tratti scuri  con  i colori della  fantasia…Sì  la poesia per me è libertà perché mi permette di potermi esprimere a 360°… E poi c’è un’altra cosa che vorrei dirti, la poesia sa farmi anche sognare e volare sopra a cose insormontabili…

Inizi sempre da te stesso con un racconto intimista, mettendo a nudo la tua anima, e poi, come in tutte le tue opere, ci sono gli altri. Qui ci sono le donne,  i genitori, i tuoi amici di infanzia. Che infanzia hai avuto?
Ho avuto una bellissima infanzia basta ascoltare l’audiopoesia ”Gli amici del Borgo” Eravamo tanti e ci radunavamo ai giardini e li ci inventavamo un milione  di giochi….Diciamo che eravamo due o tre generazioni vicine, c’erano i più grandi che erano un po’ come i fratelli maggiori e ogni tanto ci scappava anche una scoppoletta e poi c’erano anche quelli un po’ più piccoli….Giocavamo con un niente, litigavamo, facevamo a botte e poi mezz’ora dopo eravamo ancora più amici di prima…Questo per dire che ho avuto un’infanzia felice anche se a confronto di adesso non c’era niente, ma quel niente ci bastava per essere felici…

Quando abbiamo perso delle persone a cui abbiamo voluto bene, le ricordiamo con grande affetto e tristezza. Ma tu hai trasformato questa malinconia in un grande riconoscimento per i tuoi genitori. Li ringrazi anche per i valori che loro ti hanno trasmesso. Quali sono questi valori?
Innanzitutto ringrazio i miei genitori per non avermi fatto mancare mai niente per avermi insegnato ad essere onesto, sincero e leale, mi hanno insegnato il rispetto, mi hanno cresciuto ed educato, mi hanno trasmesso l’amore per tutto l’universo, mi hanno insegnato ad amare: un animale, un fiore, il cielo, il mare, mi hanno sempre dato fiducia e il massimo della libertà e  quando sbagliavo ero costretto a fare i conti solo con me stesso e a pagare sulla mia pelle.

Anche la poesia “Natale”  è molto intimista ma poi scivola nel sociale,ricordando chi è in difficoltà,a causa dei rincari. Ci ricordi anche che c’è ancora una assurda guerra in corso. Non sei un poeta che vive chiuso in una torre d’avorio, vero?
No… Non sono un poeta chiuso su una torre d’avorio…Le cose che scrivo le sento, le vedo a me vicine… per esempio tempo fa mi è capitato di trovarmi in un negozio di alimentari e c’era un vecchio signore che stava pagando il cassiere con delle monetine, ma mancava qualcosa e così parlando con il cassiere diceva che con la pensione non ce la faceva più ad arrivare alla fine del mese mentre prima riusciva a scansarsi anche qualche soldo….Questo per farti capire che, prima con il covid e ora con la guerra, il costo della vita è più che raddoppiato e c’è tanta gente che non ce la fa…A volte ci sono io in prima persona a parlare dei vari disagi miei, dunque, nelle mie poesie credo che ci sia il mondo, quello vero e non quello  sognato.

Come è il tuo presente, oggi?
Dal punto di vista emotivo direi che sono in pace con me stesso…Vivo da solo e faccio tutto ciò che c’è da fare in una casa, cerco di organizzare la mia vita, le mie giornate, leggendo, scrivendo, ascoltando musica, uscendo con qualche amico o qualche amica e poi alla fine prendo quello che la vita mi dà, ,così come viene.

Progetti futuri?
Ho un nuovo progetto con la casa editrice colombiana  Papel y Lapiz Ed è in programma c’è un altro audiolibro ma non di poesie… Sarà una sorpresa… Ma tenetevi forte perché vi lascerà di stucco…
Maria Luisa Dezi