Home Orvieto “Nelle carceri umbre troppi stranieri e Polizia Penitenziaria sotto organico”

“Nelle carceri umbre troppi stranieri e Polizia Penitenziaria sotto organico”

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Un momento dell’incontro a Capanne

Così il sottosegretario al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro in visita agli istituti penitenziari di Perugia, Spoleto, Terni e Orvieto

Il sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove si è recato in visita istituzionale agli istituti penitenziari dell’Umbria. Assieme al sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno Emanuele Prisco, al presidente della Commissione Sanità del Senato Franco Zaffini ed alla Presidente della Commissione Sanità della Regione Umbria Eleonora Pace, hanno incontrato la dirigenza delle carceri e gli agenti di Polizia Penitenziaria di Perugia, Spoleto, Terni e Orvieto.

“Abbiamo trovato una situazione di sovraffollamento carcerario – ha detto Delmastro al termine della visita al carcere di Capanne – dovuto particolarmente alla presenza di detenuti stranieri e di personale sotto organico. Ma per quest’ultimo aspetto abbiamo già dato un segnale importante assumendo mille agenti di Polizia Penitenziaria in più oltre a quelli preventivati nel Piano triennale delle assunzioni”.

“Il refrain mentale della destra – ha proseguito il sottosegretario Delmastro – non è lo svuota carceri ma l’esecuzione delle detenzioni nei paesi di provenienza dei detenuti stranieri. Qui abbiamo una sessantina di detenuti che provengono da Albania e Romania, paesi con i quali ci sono gli accordi per cui la detenzione può essere scontata al paese loro. Ogni detenuto costa 137 euro al giorno, per 20 mila detenuti in Italia, per 360 giorni: abbiamo i soldi per fare un mega piano di edilizia penitenziaria, se li trasferiamo al loro paese”.

Per quanto riguarda i detenuti con problemi psichiatrici il sottosegretario ha affermato: “Dobbiamo fare immediatamente le “Rems”. E’ giusto chiudere gli ospedali psichiatrici giudiziari ma non per mettere i questi detenuti nei padiglioni con altri detenuti a flagellare la loro vita e quella degli agenti della Penitenziaria”. “Chi in carcere continua a combinare disastri – ha aggiunto Delmastro – deve essere immediatamente trasferito, perché non vogliamo più che gli uomini e le donne che lavorano negli istituti, il giorno dopo, si ritrovino di fronte persone che li hanno già aggrediti”.

Sollecitato sul caso Cospito, Delmastro ha affermato che “Lo sciopero della fame è un diritto per un detenuto, ma non riuscirà a scardinare un sistema di lotta contro la criminalità organizzata che ereditiamo da Falcone e Borsellino. Sul 41 bis e sul 4 bis non arretreremo mai. Cospito è costantemente monitorato e se le sue condizioni di salute peggioreranno verrà trasferito in una clinica”.