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Morti sul lavoro: Umbria in cima alla classifica

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Maurizio Molinari (Uil): “Servono interventi decisi per invertire la rotta”

L’Umbria risulta essere la regione italiana con la maggiore incidenza di morti sul lavoro relativamente agli occupati nel 2023. Vega Engineering ha analizzato i dati Inail al 31 luglio, da cui risulta purtroppo che le vittime dall’inizio dell’anno sono state 13, con un e un indice (che è il numero di ’mortali’ ogni milione di abitanti) pari a a 36,9 su 352mila occupati, mentre in Italia l’indice è pari a 18,6, in Toscana è 13 in Molise 9 e nel Lazio e in Emilia Romagna 15,5.
E le province umbre svettano con Terni che è quinta con un’incidenza pari a 48,2 per con i quattro casi su 82.957 occupati e Perugia diciannovesima, sempre in zona rossa, con nove casi su 269.341 occupati e un’incidenza di 33,4 punti.

“Vedere l’Umbria stabilmente in vetta alla classifica delle regioni dove è più alto il rischio di morte sul lavoro è uno schiaffo alla Costituzione e un oltraggio alla memoria di chi ha dato la vita nelle lotte sindacali per garantire lavoro e sicurezza per tutti, oltre a nei confronti di coloro che hanno perso la vita nell’esercizio del loro lavoro. Per questo l’obiettivo è quello di uscire dalla logica della vuota retorica e, mettendo tutti gli attori intorno ad un tavolo, dare risposte e invertire una tendenza deleteria”. Così il segretario generale della Uil dell’Umbria, Maurizio Molinari, in relazione al report dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega.
“Il Report – spiega Molinari – restituisce un quadro davvero desolante che vede l’Umbria tra le quattro regioni con la maggiore incidenza degli infortuni mortali in relazione agli occupati. Ed è così che le province umbre svettano con Terni che è quinta con un’incidenza del 48,2 per cento con i quattro casi su 82.957 occupati. Perugia è diciannovesima, sempre in zona rossa, con nove casi su 269.341 occupati e un’incidenza del 33,4 per cento. La più elevata incidenza è nella fascia tra 55 e 64 anni e il settore più esposto è trasporti e magazzinaggio, seguito da costruzioni”.

“Numeri crudi che raccontano di vite spezzate, di sacrifici vanificati e di speranze interrotte. Per questo – continua Molinari – il richiamo è per le Istituzioni locali, affinché mettano da parte qualsiasi bandiera ideologica e facciano fronte comune di fronte ad una vera piaga moderna”.