Home Attualità Marcia della Pace Perugia-Assisi 10 ottobre 2021 per prendersi cura degli altri

Marcia della Pace Perugia-Assisi 10 ottobre 2021 per prendersi cura degli altri

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Oggi è il giorno della Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità
IL PROGRAMMA

Marcia PerugiAssisi
della pace e della fraternità
10 ottobre 2021

PROGRAMMA

Ore 7.00 – Perugia, Messa alla Basilica di San Pietro

Ore 7.30 Perugia, Giardini del Frontone
Accoglienza dei partecipanti

Ore 8.30 Perugia, Giardini del Frontone

E’ tempo Inno della Marcia PerugiAssisi con Erica Boschiero, cantautrice

Saluti di
Andrea Romizi, Sindaco di Perugia
Sandro Pasquali, vicePresidente della Provincia di Perugia
Donatella Tesei, Presidente della Regione Umbria
Filippo Carlà Campa, Sindaco di Barbiana (Vicchio)
Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve

Lettura del Messaggio del Presidente della Repubblica

Marco Mascia e gli studenti dell’Università di Padova

Amelia Rossi, Comitato promotore Marcia PerugiAssisi

Elena Belia e i giovani in servizio civile della Marcia PerugiAssisi

Ore 9.00: Partenza della Marcia da Perugia

Ore 14.00: Arrivo della Marcia nella Piazza inferiore di San Francesco
Saluti di
p. Marco Moroni, Custode del Sacro Convento di San Francesco d’Assisi
Mons. Vincenzo Sorrentino, Vescovo

Lettura del Messaggio di Papa Francesco

Ore 15.00 Assisi, Rocca Maggiore
“Manifestazione conclusiva”

Interventi musicali degli studenti e studentesse del Liceo “Attilio Bertolucci” di Parma

Lettura del Messaggio del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli

Saluti di
Stefania Proietti, Sindaco di Assisi
Roberto Morroni, vicePresidente Regione Umbria
Andrea Ferrari, Presidente Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i diritti umani

Interventi di:

Cecilia Strada, Responsabile comunicazione ResQ
Mimmo Lucano, già Sindaco di Riace
Zakia Seddiki, moglie dell’Ambasciatore italiano Luca Attanasio ucciso il 22 febbraio in Congo e fondatrice dell’associazione Mama Sofia
Giampiero Griffo, Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità
Aluisi Tosolini, Dirigente Scolastico, Coordinatore della Rete Nazionale delle Scuole di Pace
Beppe Giulietti, Presidente FNSI, fondatore Articolo 21

Mariam Boucraa e i giovani in servizio civile della Marcia PerugiAssisi assieme alle donne del comitato organizzatore

Ore 16.30 Conclusione della Marcia


Messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

“La marcia Perugia-Assisi è ancora una volta un segno di speranza. I valori che la ispirano e la partecipazione che continua a suscitare sono risorse preziose in questo nostro tempo di cambiamenti, ma anche di responsabilità.

Questa edizione si svolge a sessanta anni dalla prima marcia promossa da Aldo Capitini, quell’originaria, esigente aspirazione alla pace e alla non violenza ha messo radici profonde nella coscienza e nella cultura delle nostre comunità.

La pace non soltanto è possibile. Ma è un dovere per tutti – Stati, popoli, istituzioni sovranazionali, imprese economiche, forze sociali, cittadini operare per costruirla. La pace si può costruire dal basso, perché impone coerenza nell’agire quotidiano, nel linguaggio che si usa, nella solidarietà concreta verso chi ha minori risorse e maggiori bisogni, nel rispetto per gli equilibri della natura, nella capacità di prendersi cura di quanti si trovano in difficoltà.

La marcia di quest’anno fa proprio il motto “I care”, che don Lorenzo Milani volle affiggere all’ingresso della scuola di Barbiana. Avere a cuore il proprio destino come quello dell’altro che ci sta accanto, come quello della persona lontana che però sappiamo essere a noi legata da una rete invisibile ma robusta, è la scintilla della cultura di pace che può sconfiggere l’egoismo, l’indifferenza, la violenza, la rassegnazione all’ingiustizia”.
    Sergio Mattarella


“Incoraggio tutti a diventare profeti e testimoni della cultura della cura per colmare tante disuguaglianze sociali” Papa Francesco, 1 gennaio 2021

“I Care deve diventare il motto dell’Europa” Ursula von der Leyen, 6 maggio 2021

La pandemia è ancora in pieno corso in tante parti del mondo; la crisi sociale ed economica è molto pesante, specialmente per i più poveri e vulnerabili; la crisi climatica sta peggiorando; malgrado questo – ed è scandaloso – non cessano i conflitti armati e si rafforzano gli arsenali militari.

E’ tempo di ricominciare a lavorare per la pace!
“Ciascuno di noi, uomini e donne di questo tempo, è chiamato a realizzare la pace: ognuno di noi, non dobbiamo ignorare questa responsabilità. Noi siamo tutti chiamati a realizzare la pace e a realizzarla ogni giorno e in ogni ambiente di vita.” Papa Francesco, 1 gennaio 2021

I prossimi 10 anni saranno decisivi.

I prossimi 10 anni saranno decisivi per scongiurare nuove pandemie; per fermare il cambiamento climatico; per mettere fine alle guerre, realizzare il disarmo e impedire una nuova guerra mondiale, per uscire dalla crisi sociale ed economica; per ridurre le ingiustizie e le disuguaglianze; per promuovere l’uguaglianza e la parità tra donne e uomini; per effettuare la transizione ecologica; per democratizzare la rivoluzione digitale; per prevenire e affrontare nuove grandi migrazioni, per realizzare l’Agenda 2030, per risanare le tante ferite aperte,…

Per costruire la pace è necessario vincere queste sfide. Ma non basteranno gli appelli. C’è bisogno di un nuovo, forte, diffuso impegno personale di tutte le donne e gli uomini che, dentro e fuori le istituzioni, vogliono aiutare le giovani generazioni a costruire una vita e un mondo migliore.

Dobbiamo sviluppare una mentalità e una cultura del prendersi cura capace di sconfiggere l’indifferenza, lo scarto e la rivalità che purtroppo prevalgono” (Papa Francesco). Cura delle giovani generazioni, cura della scuola e dell’educazione, cura degli altri, cura del pianeta, cura del bene comune e dei beni comuni, cura dei lavori di cura, cura della comunità e della città, cura dei diritti umani, cura dei diritti delle donne, cura della democrazia, della Repubblica e delle istituzioni democratiche dal quartiere all’Onu… C’è bisogno di una cultura, di una politica e di un’economia della cura.

Questo è il tempo in cui tutti e tutte dobbiamo fare come don Lorenzo Milani e dire: I Care! Mi importa, mi sta a cuore.

Cura è il nuovo nome della pace

La pace non è solo assenza di guerra. La pace è vita. E la cura della vita è pace. Cura è dunque il nuovo nome della pace.

Aver cura vuol dire avere a cuore. Dobbiamo educare il cuore alla cura delle persone e delle cose. Senza confini. La cura è un “percorso di pace” e una “bussola”. Il “percorso” necessario per sanare le tante ferite aperte e la “bussola” che ci può guidare verso una vita e un futuro più umano.

Ogni atto di cura, per quanto piccolo, contribuisce alla costruzione della pace.

La cultura della cura è la cultura della nonviolenza attiva che si fa argine alla cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, dell’individualismo, dell’egoismo e della competizione selvaggia.

La violenza non è la cura per il nostro mondo frantumato. Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme. Papa Francesco

La nonviolenza è per l’Italia e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, società e realtà migliori”. Aldo Capitini

Sarà pace se ci prenderemo cura degli altri e del pianeta

In un mondo frantumato, dopo un lungo tempo di incuria e di sfruttamento dell’uomo, della donna e del pianeta, stiamo facendo i conti con un aumento spropositato del dolore del mondo che sta togliendo la pace a molta gente. C’è il dolore angosciante di tutte le persone che sono prigioniere del mostro della guerra, della miseria, delle malattie, delle migrazioni, della devastazione ambientale, della disoccupazione, dell’oppressione, delle persecuzioni… E c’è il dolore dell’anima, un dolore profondo che viene da un malessere diffuso: un senso comune di inquietudine, incertezza e smarrimento. Per alleviare tanto dolore e mettere fine a questa situazione insopportabile dobbiamo sviluppare la nostra capacità di prenderci cura gli uni degli altri e del pianeta. Solo una “società della cura” sarà una società di pace.

 

 

Sarà possibile seguire la Marcia in diretta!

 

Su Rai3

in diretta dalle 9.00 alle 10.20 e dalle 13.00 alle 13.55

 

Su Rainews

collegamenti ogni ora a partire dalle 8.00

 

Collegamenti e servizi su TG3, TG1 e TGR dell’Umbria 

 

Su Rai Radio 1

con collegamenti in diretta a partire dalle ore 9.00

 

Su Umbria Radio e su Radio Popolare

in diretta a partire dalle ore 9.00

 

Sulla  

a partire dalle 9.00