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La premier Giorgia Meloni risponde a 25 domane alla conferenza stampa di fine anno

La premier Giorgia Meloni risponde a 25 domane alla conferenza stampa di fine anno

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La presidente del Consiglio ha risposto alle domande dei giornalisti nel tradizionale appuntamento di fine anno, spostato dalla premier per malattia

Dopo l’influenza e i problemi fisici, la premier Giorgia Meloni alle 11 ha incontrato la stampa presso l’aula dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati per la conferenza organizzata da Ordine dei giornalisti e Stampa parlamentare.
Prendendo la parola, la premier ha augurato a tutti buon anno e si è scusata per avere rinviato due volte la conferenza stampa: “Mi dispiace che abbia generato polemiche, non volevo scappare” – ha detto.
I numeri principali: 45 domande, poco più di tre ore la durata del confronto con i giornalisti.

Dopo essersi scusata per il rinvio, Meloni ha chiesto “rispetto” e negato che ci siano leggi bavaglio sull’informazione. Poi ha rivelato di non aver ancora deciso se candidarsi alle Europee, “ma sarebbe un test di alto livello, propendo per il sì” – rispondendo così a una delle domande più attese della giornata, decidendo comunque di non sciogliere la riserva.

Ha comunque aperto ad un confronto tv con la segretaria Pd Elly Schlein”.

Sul no al Mes, definito “strumento obsoleto”: “Occasione per renderlo più efficace, il governo si è rimesso all’Aula”, ha dichiarato la premier che passa all’attacco sul caso Degni: “Ne rispondano Schlein e Gentiloni”.

 “Non resterà inascoltato l’appello di Mattarella” sul ddl concorrenza – ha aggiunto –, su cui è anche arrivato l’avvertimento Ue: “Lo analizzeremo attentamente, focus su ambulanti e balneari”. Capitolo riforme: il premierato, “non tocca i poteri del capo dello Stato”. L’eventuale referendum “non è sul governo o su Giorgia Meloni”, ha aggiunto, “è sul futuro, io sono il presente”.

Sono seguiti i dossier più scottanti.
Annunciato che il parlamentare di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo sarà sospeso dal partito. “Presumo che a chi ha un porto d’armi per difesa personale, come il parlamentare, capiti di portare un’arma con sé. La questione è che chiunque detenga un’arma ha il dovere legale e morale di custodire quell’arma con responsabilità e serietà” – ha detto Meloni commentando quanto accaduto la notte di Capodanno alla festa a cui partecipava anche il sottosegretario Andrea Delmastro.

“Qualcuno non è stato responsabile in quell’occasione, e chi non lo è stato è chi ha porto d’armi e chi ha detiene l’arma. È questo non è accettabile. È la ragione per cui ho chiesto che Pozzolo venga deferito ai probiviri e che nelle more del giudizio venga sospeso da Fratelli di Italia”..

La premier ha poi dedicato un passaggio all’intelligenza artificiale, di cui si è detta “particolarmente preoccupata” per i risvolti che potrà avere sul mercato del lavoro. “Siamo di fronte a una rivoluzione diversa, dove l’intelletto viene sostituito. Rischiamo un impatto devastante sul mercato del lavoro dove sempre meno persone saranno necessarie. Non so dire se siamo ancora in tempo per intervenire”, ha detto.

Concorrenza: “L’appello di Mattarella sugli ambulanti non resterà inascoltato”

“Ho letto con grande attenzione la lettera di Mattarella, sugli ambulanti l’intervento si è reso necessario per uniformare il trattamento che alcuni avevano avuto con il rinnovo di 12 anni del 2020 con altri che non ne avevano potuto beneficiare. È ovvio che l’appello del presidente non rimarrà inascoltato. Occorrerà valutare nei prossimi giorni con maggioranza per interventi chiarificatori su materia”, ha assicurato la premier Meloni.

Sui balneari, ha aggiunto la presidente del Consiglio, “questo governo ha fatto un lavoro non fatto prima, la mappatura delle nostre coste, un lavoro che ci permette il riordino. Questo curiosamente, in tutti questi anni, nessuno lo ha fatto nonostante la direttiva Bolkestein.Abbiamo due obiettivi: scongiurare la procedura di infrazione e dare certezze agli operatori”.

“Abbiamo sottovalutato forme contemporanee di antisemitismo”

“Colpisce che le immagini dello scorso 7 ottobre degli attacchi di Hamas abbiano prodotto una recrudescenza di antisemitismo in occidente. C’è una riflessione da fare perché vuol dire che covava sotto la cenere”, ha detto Meloni. “Abbiamo sottovalutato le forme contemporanee di antisemitismo, dalle critiche a Israele al fondamentalismo islamico”.

“Il prefetto Pecoraro si è dimesso dal ruolo di Coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo per ragioni personali. Siamo in procinto di nominare Pasquale Angelosanto per occuparsi della materia. Abbiamo lavorato con Piantedosi per mettere in sicurezza aree sensibili. Ma penso che bisogna lavorare sul piano culturale. Bisogna far conoscere Israele ai giovani. Abbiamo attivato servizio civile. Conoscere può aiutare a combattere culturalmente fenomeno tragico dell’antisemitismo”, ha concluso la premier.

“Il referendum sul premierato non è su di me, ma sul paese”

“Quando ho presentato riforma del premierato ho detto non avremo toccato poteri del presidente della Repubblica: non lo abbiamo fatto. Li manteniamo intatti perché è giusto cosi e perché in Italia è figura di assoluta garanzia”. Così la presidente del Consiglio nel rispondere a una domanda sulla riforma istituzionale che presto arriverà in Parlamento. “Non vedo – continua Meloni – in cosa l’elezione diretta del capo del governo significhi togliere poteri al capo dello stato. Si crea un equilibrio che è assolutamente buono. Si rafforza la stabilità dei governi visto che noi abbiamo avuto oggettivi problemi di instabilità governativa in Italia, soprattutto nella scorsa legislatura”.

Instabilità che “abbiamo pagato”, dice la premier, a livello di debito, credibilità e rapporti internazionali e debolezza della politica rispetto al tema economico o di investimenti. “La riforma che ho presentato con la ministra Maria Elisabetta Casellati è una riforma di cui vado fiera. Sento dire ‘Meloni come Renzi’ in merito al referendum. Lo dico chiaramente: il referendum non è su di me. Potrei essere il presidente del Consiglio più longevo rispetto a ogni mio predecessore e potrei anche non pormi il problema di cosa succederà dopo. Ma che senso avrebbe, se si hanno i numeri la stabilità, non interrogarsi su cosa succederà dopo di me? L’eventuale referendum sarà sulla nazione e sul suo futuro” conclude la premier.

Sulla classe dirigente del partito, protagonista di diversi episodi balzati alle cronache, la premier ha detto: “C’è sempre qualcuno che fa errori e cose sbagliate” ed ha aggiunto che non è “disposta a fare questa vita se la responsabilità che porto non è compresa dalle persone che mi ritrovo intorno”.

Meloni ha anche parlato del “caso Verdini”, difendendo l’alleato di governo Matteo Salvini: “Quello che ho letto è che le intercettazioni fanno riferimento al precedente Governo. Salvini non viene chiamato in causa e quindi non ritengo che Salvini debba riferire in Aula su questa materia” ha detto. “Voglio approfittare per ribadire che chi mi conosce sa bene cosa io pensi di questioni che riguardano eventuali affaristi e compagnia cantante. Non mi risulta di essere mai stata una persona su questo particolarmente comprensiva. Mi pare – ha aggiunto – che con questo governo affaristi, lobbisti e compagnia cantante non stiano passando un bel momento e non escludo che diversi degli attacchi scomposti che arrivano alla sottoscritta e a questo governo siano anche figli di questa dinamica. L’unica tessera di partito che Tommaso Verdini ha preso è stata quella del Pd, ma nessuno ha chiamato in causa il Pd, anche in relazione alla vicenda degli appalti Anas”.

Sul progetto di un unico partito dei conservatori, Meloni ha confermato che una sua aspirazione “è quella di rappresentare sempre più cittadini”. Sulla classe dirigente di FdI: “Ho molta più stima della classe dirigente di FdI di quanto ne legga sulla stampa. Questo non significa che non si possa continuare a migliorare e fare di meglio come accade in tutte le migliori famiglie”.