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La Corte dei Conti chiamata a decidere sul Lascito Mariani

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L'intervento del presidente di Sezione Piero Carlo Floreani

La camera di consiglio dovrà esprimersi sulle richieste di risarcimento avanzate della Procura

Torna alla ribalta della cronaca la vicenda del cosiddetto Lascito Mariani, vale a dire la donazione testamentaria milionaria che la signora Clara Mariani ha fatto nel 1984 da destinarsi al nosocomio civile di Città di Castello e che invece è stata dirottata nelle casse della Usl.
Della vicenda se ne interessa la Procura regionale della Corte dei Conti, che dovrà esprimersi sulle richieste della procura generale che contesta fra gli altri all’intera giunta regionale, all’ex sindaco di Città di Castello e ad alcuni dirigenti della sanità umbra di aver destinato quei quasi 4 milioni lasciati da Clara Mariani alle casse della Usl “per l’organizzazione e l’erogazione dei servizi sanitari resi sul territorio del comune”. Un passaggio che secondo la procura generale della Corte dei Conti configurerebbe un danno erariale nei confronti del Comune di Città di Castello che si sarebbe quindi visto sottratto importanti fondi.
Sarà la sezione giurisdizionale a decidere se adesso toccherà, e eventualmente in che forma, alla giunta regionale e agli altri soggetti coinvolti a risarcire il Comune di Città di Castello.
Sulla vicenda la Regione Umbria nello scorso febbraio aveva diffuso un comunicato con cui precisava: “la somma del lascito trasferita dal Comune di Città di Castello è interamente presente nelle casse della Asl e sinora non utilizzata. Il lascito esprime unicamente la volontà delle sorelle Mariani che se ne faccia uso per “alleviare la sofferenza dei malati” della Comunità tifernate, senza riferimento alla ristrutturazione dell’ospedale; la struttura dell’ex ospedale San Florido di Città di Castello è patrimonio regionale e non della Asl ed è inoltre priva della destinazione d’uso sanitaria: l’ipotesi avanzata nel 2018 dal Comune tifernate di provvedere ad uno stralcio dei lavori per utilizzare la struttura come Casa della Salute non è stata valutata fattibile dai tecnici della Regione, in quanto non si può utilizzare un solo piano senza interventi di consolidamento generale, tanto è vero che ad oggi vi è una valutazione tecnica degli uffici regionali, per la sistemazione della struttura, quantificabile in 32 milioni e 665 mila euro”.