Home Cultura Interessante convegno sul ruolo dei cattolici in ambito politico tenutosi all’Università per Stranieri

Interessante convegno sul ruolo dei cattolici in ambito politico tenutosi all’Università per Stranieri

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Rosy Bindi: “Nel Codice di Camaldoli sono contenute le linee di fondo dell’impegno politico”

Si è tenuto ieri nell’Aula Magna dell’Università per Stranieri di Perugia il convegno “Per dare un’Anima alla Democrazia – L’impegno dei Cattolici in Politica a 80 Anni dal Codice di Camaldoli”.
L’evento, promosso dall’Università per Stranieri di Perugia, ha offerto una preziosa opportunità di riflessione e dibattito su uno dei temi più rilevanti e attuali della società contemporanea, vale a dire il ruolo dei cattolici nell’ambito politico, in occasione dell’ottantesimo anniversario del Codice di Camaldoli.
Il Codice di Camaldoli, redatto nel luglio del 1943, ha infatti rappresentato un documento di enorme importanza nella vicenda del cattolicesimo italiano del Novecento. Mettendo a sintesi le idee fondamentali del pensiero cattolico sullo Stato, la società e l’economia, dopo una lunga gestazione avvenuta durante gli anni Trenta sotto il regime fascista, esso propiziò e ispirò la successiva riflessione dei cattolici nell’Assemblea costituente, determinante per orientare il destino dell’Italia repubblicana.

All’incontro, introdotto e moderato dal rettore dell’Università per Stranieri di Perugia, prof. Valerio De Cesaris, sono intervenuti Rosy Bindi, stimata politica e saggista; Elena Bonetti, deputata e Presidente di Popolari Europeisti Riformisti; Maria Domenica Castellone, Vicepresidente del Senato; Paolo Ciani, Deputato e Segretario di DemoS e Marco Damilano, rinomato giornalista e saggista.

A seguire alcune dichiarazioni dei partecipanti al convegno:

Paolo Ciani
, deputato, Segretario Demos:
”Come cattolici siamo chiamati nel presente – nella concreta realtà odierna – ad incidere nel quadro politico. È trascorso un trentennio da quando i cattolici hanno avuto una forte impronta nell’azione politica, ora siamo in un tempo nuovo, occorre chiederci con franchezza quale può essere il nostro ruolo in questo tempo”. “L’unità dei cattolici si ottenne – decenni addietro – uscendo da una dittatura. Oggi, l’unità dei cattolici in politica non c’è, ed è probabilmente questo l’obiettivo che dobbiamo porci: ricostruirla, poiché molti sono i fattori che hanno portato a questa condizione: dal sistema elettorale – che con il bipolarismo ha penalizzato il portato cattolico – ad una certa chiusura in posizioni partitiche. A mio avviso, quindi è giunto il tempo di un allargamento della base cattolica in politica, di un confronto e di condivisione di idee e di progetti”.
“Demos è campo nella vicenda elettorale; sta lavorando alla costruzione di una lista che concorrerà per il centro sinistra, come interlocutore nella politica cittadina. E lo farà nello stile dei cattolici: nessuna demonizzazione dell’avversario, nessuno scontro ideologico, ma confronto, costruzione e solidarietà. Siamo attenti a temi quali la famiglia, la natalità, gli anziani, l’inclusione dei migranti. Ciò perché una città non può vivere di sola ‘amministrazione’ – che è pur fondamentale – ma anche di un progetto sociale e culturale”.

Elena Bonetti, deputata e presidente dei Popolari, Europeisti e Riformisti:
“È importante il confronto tra cattolici al di là della veste partitica: io, ad esempio, sono qui anche veste di neo presente di un’associazione dell’area del terzo polo, Popolari, Europeisti, Riformatori ”.
“Nel Codice di Camaldoli è fissata la cifra con cui un cattolico debba interpretare il proprio ruolo storico, che è quello di saper unire le parti e comporre le dissonanze, senza annullare il pluralismo e la complessità delle idee. L’esperienza del bipolarismo nel nostro paese ha tuttavia diviso il mondo cattolico, separando le politiche sociali dai principi di valore etico”.

Rosy Bindi, politica e saggista:
“Nel Codice di Camaldoli sono contenute le linee di fondo dell’impegno politico, fissato poi nella carta costituente; quando c’è un problema nel nostro Paese si pensa a cambiare la Costituzione invece di applicarla, ma il Codice di Camaldoli ci ricorda che in essa c’è il passato, c’è il presente e c’è il futuro”.