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In 10.000 ad Umbria Pride

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Nessuna richiesta di patrocinio alle istituzioni

Successo della seconda edizione di Umbria Pride che ha chiuso l’evento con un corteo di oltre 10 mila presenze in piazza IV Novembre a Perugia. Protagoniste di questa seconda edizione sono state le Famiglie arcobaleno umbre schierate contro le politiche oscurantiste del governo Meloni.

Il segretario Omphalos, Lorenzo Ermenegil di Zurlo, ha tenuto a spiegare perchè non è stato chiesto nessun contributo alle istituzioni “dopo le polemiche degli scorsi anni – ha detto – abbiamo scelto di sottrarre questo tema alla politica, il patrocinio più importante sono i cittadini e le cittadine di tutta la regione che sfilano oggi con noi ” ed ha commentato lo slogan del manifesto “Siamo fieri perché siamo orgogliosi di quello che siamoun messaggio che va diritto al cuore del Governo che “vuole cancellare le nostre vite e identità, si tratta del più a destra che l’Italia abbia visto dalla fine della dittatura fascista, con violenze che aumentano di giorno in giorno”.

In tanti hanno aderito all’evento: associazioni, partiti, organizzazioni di categoria. L’adesione è stata ancora più significativa in un momento particolarmente caldo per la lotta contro le discriminazioni sessuali; un tema politico e sociale, a conferma della volontà di esporre e tutelare idee ed identità che rappresentano un unicum alla lotta delle conquiste civili dichiarate da migliaia di individui che hanno sfilato educatamente per le vie del centro storico arricchito dai colori generati dalle bandiere e dagli slogan , a sostegno dell manifestazione contro le discriminazioni sessuali, che hanno caratterizzato l’evento come una risposta alle volontà del governo Meloni ed ai più recenti fatti di cronaca che hanno coinvolto trentatré famiglie nella città di Padova, dove la magistratura ha impugnato gli atti di nascita dei loro figli.

Il referente umbro per Famiglie arcobaleno ha commentato “ è ingerenza del governo sulla magistratura che da gennaio ha deciso che le famiglie arcobaleno in questo Paese non devono esistere, adesso nel mirino ci siamo noi, poi toccherà alle donne, ai migranti, a chiunque sia debole e a stento riuscirà a difendersi”