Home Assisi Il vescovo di Assisi si offre al posto degli ostaggi israeliani

Il vescovo di Assisi si offre al posto degli ostaggi israeliani

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I relatori dell'incontro: il Questore Giuseppe Bellassai, Monsignor Domenico Sorrentino, il Prefetto Armando Gradone e il sindaco di Assisi Stefania Proietti

L’offerta di Monsignor Domenico Sorrentino alla vigilia della preghiera della pace alla Porziuncola

Al diciannovesimo giorno di prigionia degli oltre duecento ostaggi israeliani, Assisi, città della pace, lancia la sua straordinaria offerta.
Un grande atto di coraggio e di carità cristiana arriva dalla città del Poverello, con un messaggio che è destinato a fare eco nel mondo intero: “Prendete me in cambio degli ostaggi israeliani”.
La straordinaria dichiarazione è stata fatta dal pastore della Diocesi, sua eminenza Domenico Sorrentino, alla vigilia della preghiera della pace alla Porziuncola, in un’intervista apparsa sulla stampa nella quale dichiara inoltre: “Volesse il Cielo potessimo fare qualcosa. Di fronte a tanto dolore, credo non mancherebbe anche qualche persona eroica, disposta a darsi in ostaggio sostitutivo. Da cristiano e da pastore, io stesso provo questo desiderio. Una opzione dettata dal cuore, spes contra spem”.


Domenico Sorrentino, uomo di grande fede, teologo e con un lungo trascorso in Segreteria di Stato, si è dunque dichiarato disposto a offrirsi in cambio dei poveri 200 civili israeliani, se dovesse servire per sbloccare la situazione e liberare i bambini, le donne e i ragazzi.
Intervistato dal Messaggero, Sorrentino ha parlato del timore che si possa trattare dell’ennesimo tassello di questa “terza guerra mondiale a pezzetti”, come lo stesso Papa Francesco ha più volte denunciato.
“Volesse il cielo potessimo qualcosa. Mi ha impressionato che, parlando con qualche esponenti della comunità ebraica – persone di apertura e di dialogo – in questo momento anch’essi non offrissero nessuna sponda a un possibile compromesso: la reazione dev’essere dura e forte, si tratta di cancellare il ‘male’. È comprensibile – ammette il vescovo – ma quanto è triste. Come si farà a gettare un ponte?”.