Home Cronaca Grazie alle indagini partite da Perugia arrestati a Milano due terroristi dell’Isis

Grazie alle indagini partite da Perugia arrestati a Milano due terroristi dell’Isis

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Nelle chat sarebbero state rintracciate anche minacce alla premier Giorgia Meloni

È in corso un’operazione antiterrorismo della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo – con due arresti: un cittadino egiziano di 49 anni e un naturalizzato italiano di origine egiziane di anni 44, entrambi residenti in due città diverse dell’hinterland milanese, e con lavori nel settore delle pulizie (uno dipendente di un’impresa, l’altro titolare ma con società ora chiusa), in contatto tra loro.
Le accuse sono pesanti: partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo.
Entrambi, stando alle indagini partite nel 2021 da analisi della Polizia Postale di Perugia e dell’Osint (Open source intelligence), avrebbero inviato i loro messaggi, soprattutto commenti anche a video di massacri e attentati dell’Isis, su gruppi Telegram, WhatsApp e Facebook per fare proselitismo e propaganda, dichiarandosi “terroristi” dell’Isis.
Nelle chat sarebbero state rintracciate anche minacce alla premier italiana Giorgia Meloni.
L’operazione è condotta dalla Digos di Milano, dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, dalla Direzione centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni.

L’inchiesta, in cui già erano state svolte perquisizioni, si è concentrata soprattutto sull’analisi dei messaggi contro l’Occidente, tra cui appunto anche le minacce ad “organi istituzionali”, e a favore dello Stato islamico e sul supporto attraverso finanziamenti inviati dai due per sostenere l’estremismo islamico.
In particolare, i due avrebbero inviato soldi a donne rimaste vedove perché i loro mariti erano morti in contesti di guerra. È stato accertato che avrebbero mandato denaro anche ad un uomo che, secondo indagini statunitensi, farebbe parte dell’Isis.

 Al momento non sono emersi nell’indagine progetti specifici di preparazione di attentati.
Ma si continua ad indagare. Ai due, con gli arresti effettuati, sono stati sequestrati i telefoni e i dispositivi informatici e dunque così gli investigatori ora potranno analizzare anche se la loro attività di proselitismo sia aumentata o meno negli ultimi giorni con la guerra israelo-palestinese in corso e dopo i fatti del 7 ottobre.