Home Musica Gli Amici della Musica e l’arte della risonanza di Luca Pianca

Gli Amici della Musica e l’arte della risonanza di Luca Pianca

0

La tiorba nella sala dei Notari, tra suggestioni e rumori

di Stefano Ragni – Niente da fare. Anche ieri pomeriggio abbiamo rischiato di perdere il confronto con il rumore che sale da Corso Vannucci. L’assedio acustico di una arteria che pulsa di una vita propria ha cozzato contro la riservatezza necessaria per godere dello splendido appuntamento disposto dagli Amici della Musica con la tiorba di Luca Pianca, uno specialista di un repertorio che è come un’acqua termale dello spirito. Sarà che il musicista ticinese è fatto del ferro dei suoi antenati guerrieri e ha liquidato la questione con una battuta: “sembra di essere all’aeroporto”, ma i soci hanno fatto fronte allo smantellamento delle impalcatura che gli operai realizzavano proprio sotto le finestre dei Notari con imperturbabile stoicismo. E alla fine tutto è andato per il verso, ma il direttore artistico Enrico Bronzi si è chiesto se uno spazio come l’aula magna della Facoltà di Agraria non sarebbe una possibilità da vagliare. Chi ricorda la splendida realizzazione della recitazione integrale del Beowulf sa di cosa si tratta.

Era molto atteso questo appuntamento con il re delle corti barocche, lo strumento capace dei chiaroscuri di Caravaggio, la piccola architettura sonora sinuosa e tortile come un colonnato del Bernini. Veronese ne dipinse più di uno per gli affreschi delle ville venete. E poi, dopo il film di Alain Queneau del 1991, Tutte le mattine del mondo, come non pensare a Gérard Depardieu vestito dei panni di corte del re Sole, a impugnare lo strumento regale tanto amato dai sovrani di Francia, padri e Delfini. Nella pellicola tratta dal romanzo di Pascal Quignant si narrava di un mitico maestro della corda francese, Monsieur de Saint Colombe e del suo allievo Marin Marais, una realizzazione esemplare di cosa si possa fare con una rievocazione d’epoca.

Su repertorio analogo si muoveva Luca Pianca, che in tempi di Covid ha iniziato uno studio sistematico del Grand Siécle d’Oltralpe e speriamo che ne possa portare i frutti anche qui da noi. Per ora abbiamo goduto del suo percorso raccolto sotto il progetto Arte della risonanza, tre italiani e due francesi, a ricordarci che l’invenzione della tiorba, un liuto amplificato, per dirla in breve, è attribuita al bolognese Alessandro Piccinini. Anche il secondo autore, che rispondeva al nome di Giovanni Gerolamo Kapsberger è in realtà un nobile tedesco nato a Venezia e romanizzato nell’Urbe papale. Kapsberger, quindi, Pietro Paolo Melli, sperimentatore del cromatismo e il ferrarese Giovanni Pittoni con una poderoso Sonata Decima in quattro tempi.

Con l’arte di Pianca la musica scorre con naturalezza, il suono è perfettamente rotondo e le vibrazioni sottili, ad onta del brusio del Corso, arrivano preziose e palpabili. Seconda parte della serata con Robert de Visée, precettore musicale del futuro Re Sole al quale insegnava posizioni, intonazione e gusto.E, in chiusura, il pressoché inesplorato Charles Hurel, attivo a Parigi sino al 1692. E qui, come ha ricordato Piana, siamo al limite storico, perché i plettri ben più potenti del clavicembalo si preparavano a sostituire il nobile strumento che sussurrava sule corde.

La Rivoluzione Francese poi travolse strumenti e suonatori, destinatari e principi di sangue, e liuto e tiorba riemergeranno solo in età di moderna filologia. Molti di noi ricordano la serata esemplare offerta in questa sala da Jordi Savall, il maestri di tutti. Certo, a ogni novità che ci viene proposta, basta guardare nel gran libro degli Amici della Musica per constatare come tutto sia già stato realizzato, un patrimonio di ascolti che ci appartiene. Piana chiude tra gli applausi convinti e insistenti e deve concedere due fuori il programma, Il secondo, di De Visée è legato, come ci ricorda, alla pubblicità televisiva di una pasta italiana di gran marca. Ma certamente per condirla occorre un sugo molto raffinato.