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Dossieraggio, il Pm Laudati non si presenta a Perugia da Cantone per “evitare il clamore mediatico”

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Il sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha inviato una nota con la sua versione dei fatti

Il sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia Antonio Laudati si è avvalso della facoltà di non rispondere al procuratore di Perugia Raffaele Cantone per l’interrogatorio previsto lunedì mattina in merito alla vicenda del dossieraggio su vip e politici.

Laudati era stato convocato dai magistrati di Perugia nell’ambito dell’inchiesta sui presunti accessi abusivi alla banche dati che vede indagati anche il finanziere Pasquale Striano, alcuni giornalisti e un’altra decina di persone.

A Laudati, quale coordinatore all’epoca dei fatti del gruppo Sos (segnalazione operazioni sospette), vengono contestate, in concorso con il finanziere, le accuse di accesso abusivo a sistema informatico per accessi alle banche dati, l’ipotesi di falso in relazione all’origine delle richieste di apertura di “dossier pre-investigativi” e quella di abuso d’ufficio.

Quattro in particolare gli accessi sui quali si sarebbe mosso con richieste dirette a Striano per fabbricare dossier da inviare alle procure. Tra questi, quelli sul presidente della Figc, Gabriele Gravina, ora indagato a Roma.

Accuse da cui Laudati, 70 anni, si è difeso sempre sostenendo che non ci sia mai stato alcun dossier e che si è trattato solo di «atti di impulso» avallati dai sui superiori, in particolare dal procuratore capo Federico Cafiero De Raho, secondo la prassi.

La motivazione della sua assenza all’interrogatorio sta anche per le condizioni di salute non ottimali, rinviando «a future dichiarazioni quando le contestazioni, rispetto a che a quanto comparso sulla stampa in questi giorni, saranno più chiare» e affidando al suo avvocato Andrea Castaldo una nota in cui si dichiara estraneo ai fatti che gli vengono contestati (accesso abusivo e rivelazione per quattro dei tanti fascicoli scaricati da Striano): «Non ho mai effettuato accessi a sistemi informatici; non ho mai avuto alcun rapporto, neppure di conoscenza, con i giornalisti che risultano indagati; non ho mai costruito dossier per spiare o ricattare politici o personaggi famosi» – è la linea riferita dal suo difensore. Per Laudati «tutti gli accertamenti erano determinati da esigenze investigative, nell’esclusivo interesse dell’Ufficio».
E ancora: “Nei casi contestati nell’invito a comparire, mi sono limitato a delegare al gruppo sos della Dna approfondimenti investigativi, in piena conformità alle leggi, alle disposizioni di servizio e sotto il pieno controllo del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo”.
Prosegue la nota di Laudati: «Desidero precisare che: 1. Non ho mai effettuato accessi a sistemi informatici; 2. Non ho mai avuto alcun rapporto, neppure di conoscenza, con i giornalisti che risultano indagati; 3. Non ho mai costruito dossier per spiare o ricattare politici o personaggi famosi.
L’avvocato Andrea Castaldo, lasciando gli uffici perugini ha inoltre dichiarato che il suo assistito ha deciso di “non presentarsi per evitare il clamore mediatico”, spiegando infine che il suo cliente sarà disponibile a parlare in un secondo momento, non appena il clamore mediatico si sarà sgonfiato e la situazione sarà più definita.