Home Economia Coronavirus, a Terni riaprono 569 aziende con l’ok del prefetto

Coronavirus, a Terni riaprono 569 aziende con l’ok del prefetto

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In soli 15 casi le richieste sono state congelate. I sindacati chiedono test a tappeto nei posti di lavoro

I segretari di Cgil, Cisl e Uil Terni, Claudio Cipolla, Riccardo Marcelli e Gino Venturi hanno incontrato nella giornata di martedì il prefetto Emilio Dario Sensi per la verifica di aggiornamento rispetto alla situazione territoriale delle aziende che stanno operando sul territorio, come previsto dalla circolare ministeriale.
Al momento sono arrivate al prefetto 584 richieste, di cui soltanto 15 hanno ricevuto un provvedimento di sospensione dopo verifica con Camera di Commercio e Finanza. Per tutte le altre, alcune delle quali in corso di istruttoria, non sono state riscontrate al momento particolari criticità.
Considerato che non sarà breve il tempo nel quale dovremo “convivere” con il potenziale rischio di contagio, risulta ovvio che occorra intervenire in questi giorni di transizione in modo strutturale nelle realtà lavorative, modificando e aggiornando le regole e le procedure, in modo meno emergenziale di come fatto fino ad ora, ma agendo in modo sicuramente più strutturale.
I sindacati hanno chiesto di attivare un protocollo utile a rendere esigibili alcuni temi; prevedere nei protocolli anticontagio che ogni azienda deve predisporre per la riapertura, la condivisione con le organizzazioni sindacali che provvederanno alla verifica in merito ad organizzazione del lavoro, dispositivi di protezione individuali; formazione; sorveglianza sanitaria – soggetti fragili; allargare l’effettuazione dei tamponi anche a tutti i lavoratori dei servizi essenziali; prevedere la promozione dei test sierologici sotto l’egida chiaramente della Regione, per definire un modello che consenta all’Umbria di avviare la Fase 2 nel migliore dei modi; conoscere la reale situazione delle residenze per anziani non solo per quanto riguarda il coronavirus, ma anche per il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro a fronte delle indagini in corso; verificare l’idoneità del servizio pubblico locale, esaminando fin da subito con i soggetti preposti pure l’eventuale ripartenza del pendolarismo e più in generale la mobilità territoriale.