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A san Pietro il concerto di Natale con l’orchestra da camera di Perugia

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Festeggiati alla grande i 30 anni della Fondazione Perugia per la Musica

Più bel regalo di Natale l’Orchestra da Camera di Perugia non poteva farcelo. Nella basilica di san Pietro, sempre più la Betlemme della musica perugina, la formazione, trovatasi priva del suo direttore e Mentore, Enrico Bronzi, colpito da un lutto improvviso, ha dovuto affrontare il concerto senza direttore, suonando praticamente sotto le indicazioni del suo primo violino, Azusa Onishi. La prova non poteva essere più impegnativa dal momento che la partitura di Ma mère l’Oye è densa di simbologie alchemiche, e filtra registri combinatori molto raffinati. Trattandosi di esprimere musicalmente le sensazioni che nascono dalla lettura di fiabe della grande letteratura francese, Perrault, de Beaumont, d’Aulnoy, Ravel adottò per la sua tavolozza una particolare selezione di timbri che si allontanano dalla qualità fisica del materiale, per fornire all’ascoltatore incantato la possibilità di accostamenti emozionali di altissima qualità. Il tutto per rievocare, anche per noi adulti, la sensazione dello stupore, del “fatato” che tanto ci colpiva quando eravamo bambini.

Suonando con leggero spessore i cameristi perugini hanno dato la convincente dimostrazione di una maturità che ha reso positivo un evento che vedeva impegnata in prima persona la Fondazione Perugia, presente con la sua presidente, Cristina Colaiacovo, che nel breve discorso introduttivo ha voluto confermare l’attenzione che la grande istituzione finanziaria dedica alle attività degli Amici della Musica. Con il cavalier Carlo Colaiacovo seduto in prima fila con gran parte del suo staff, la storicità di un impegno che passa di generazione, ma non cambia, non poteva essere più marcata.

Alla luce di queste considerazioni l’impegno assolto dai giovani maestri perugini rende necessario un elogio che va condiviso tra la formidabile “spalla”, la citata Azusa, e le altre “prime parti”, Iku Uejima, Sabina Morelli, Gianluca Pirisi, Alessandro Schillaci, Claudia Bucchini, Simone Frondini, Debora Contini, Luca Franceschelli, Paolo Faggi, Monica Micheli, Linda di Carlo, Leonardo Ramadori, Laura Mancini. Tante belle individualità che fanno fusione e squadra.

Le fiabe naturalmente necessitano di un narratore, e la presenza di Francesco Bolo Rossini, attore e regista perugino, punta di diamante dello Stabile, è stata un preziosissimo invito a sognare: con la sua voce abbiamo rivisto gli incantesimi della Bella addormentata, le astuzie di Pollicino, i timori de La bella e la bestia e la seduzione del Serpente verde. Col pensiero rivolto al maestro Bronzi che sta affrontando una delle prove più difficili nella vita di un uomo, la perdita di un genitore, siamo entrati nel clima del Natale, in prossimità del Solstizio con cui l’inverno inizierà la sua corsa verso la luce. La presidente di Fondazione Perugia Musica Classica, poteva chiudere l’anno con un bilancio più che positivo.
Stefano Ragni