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14enne violentata dall’amico di famiglia

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Condannata in secondo grado anche la madre

L’amico della madre, un trentenne invitato a dormire a casa sua, sarebbe finito nel letto della figlia di soli 14 anni violentandola.. Al processo sono stati condannati sia il giovane che la madre ad un anno e mezzo.

Secondo i giudici di primo grado, si è trattato di un concorso in violenza sessuale nei confronti della figlia di soli 14 anni . La responsabilità della madre (condannata in secondo grado dopo aver fatto l’appello) sarebbe quella di aver permesso che l’amico trentenne dormisse accanto alla figlia violentandola.

Nella sentenza n. 383/2023 depositata lo scorso primo settembre venne riportato «La condotta dell’imputata la quale non impedisca, in virtù della posizione di garanzia su di essa gravante, la consumazione del delitto di violenza sessuale in danno della figlia infraquattordicenne integra il concorso nel reato di cui agli articoli 609 bis c.p. e 609 quater c.p» e viene puntualizzato: «Nella specie l’imputata, in qualità di madre convivente con la minore, non vigilando adeguatamente sulla stessa aveva dato ospitalità ad un amico nella propria abitazione acconsentendo a che questo, trentenne, condividesse il letto con figlia minore a causa delle ristrette caratteristiche della abitazione così da favorire, secondo l’id quod plerumque accidit, un approccio sessuale tra i due, considerata anche la maturità fisica della figlia nonostante i suoi quattordici anni. Comportamento, dunque, del tutto ingiustificato alla luce delle possibilità da parte della donna di rifiutare l’accoglienza domiciliare dell’uomo o della possibilità di far fruire a costui di un giaciglio differente».