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Truffa bonus edilizi, la Guardia di Finanza di Perugia sequestra 103 milioni di euro

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Portato alla luce il raggiro con la creazione di crediti d’imposta fittizi che venivano ceduti a terzi su tutto il territorio nazionale

La Guardia di finanza di Perugia ha scoperto una rete di società e persone fisiche che avrebbero generato e commercializzato, sull’intero territorio nazionale, fittizi crediti d’imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi introdotti dal Governo per mitigare gli effetti economici della pandemia (bonus facciate, recupero patrimonio edilizio e bonus locazioni).

L’operazione che ha comportato il sequestro di 103 milioni di euro legati alla cessione dei crediti d’imposta inesistenti relativi a bonus edilizi, trae origine da un’attività di analisi condotta dal comando provinciale delle Fiamme gialle, volta a individuare profili di rischio connessi all’utilizzo distorto delle diverse misure agevolative. In questo contesto è emersa la posizione di una società che commercia auto operante nell’hiterland di Perugia che da preliminari riscontri risultava avrebbe comprato e rivenduto crediti d’imposta per importi rilevanti, verosimilmente riconducibili a condotte fraudolente.
L’operazione – spiega una nota del procuratore del capoluogo umbro Raffaele Cantone – trae origine da un’analisi “volta ad individuare profili di rischio connessi all’utilizzo distorto delle diverse misure agevolative, previste dalla legislazione emergenziale, sotto forma di crediti di imposta cedibili a terzi – originariamente, senza limitazione alcuna, attraverso una piattaforma informatica predisposta dall’Agenzia delle entrate – ed utilizzabili in compensazione per l’assolvimento di debiti tributari, mediante modello F24, monetizzabili presso banche ed altri intermediari intermediari finanziari”.
Stando agli accertamenti, le comunicazioni di cessione dei crediti, inserite nella piattaforma informatica dell’agenzia delle Entrate, sono state qualificate come «altri documenti per operazioni inesistenti», fattispecie disciplinata dal decreto legislativo 74/2000.
Secondo il gip, che ha convalidato la misura dell’autorità giudiziaria, i crediti «sono da considerarsi inesistenti per il volume, per il fatto che la società (aveva) un’attività assolutamente slegata da quella relativa all’edilizia e alla ristrutturazione di immobili» e che «i soggetti coinvolti, cedenti e cessionari, presentano profili di criticità».