Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini rispondono all’assessore Maggi: necessarie azioni urgenti su affitti, emergenze abitative e case vuote
Sono circa 500 gli appartamenti di edilizia pubblica a Terni che restano vuoti perché necessitano di manutenzione. A lanciare l’allarme sono Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini, che martedì 13 maggio, in conferenza stampa alla Camera del Lavoro, hanno ribattuto punto per punto alle recenti dichiarazioni dell’assessore all’edilizia residenziale Giovanni Maggi.
“Non ci interessa chi risolve i problemi, ma che vengano risolti. Chi lo fa ha il nostro appoggio, chi non lo fa riceverà le nostre critiche”, hanno dichiarato i sindacati, sottolineando che le richieste sono rivolte a tutti gli enti competenti, a prescindere dall’appartenenza politica.
Al centro delle richieste ci sono: contributi per gli affitti, emergenza abitativa, mobilità negli alloggi popolari e presenza nelle commissioni di assegnazione. Secondo i sindacati, il Comune non può lavarsi le mani sulla questione degli affitti: “Non è solo competenza regionale. Il Comune deve sentire il problema come proprio, perché gli sfrattati si rivolgono prima di tutto a lui”.
Sull’emergenza abitativa chiedono bandi sempre aperti, per dare una casa a chi è in difficoltà senza dover aspettare anni. “Chi si ammala o perde il lavoro non può aspettare il prossimo bando”, spiegano, chiedendo la stessa flessibilità anche per chi ha bisogno urgente di cambiare alloggio per motivi di salute o familiari.
Non è mancata la replica anche alla polemica sull’opportunità della presenza dei sindacati nelle commissioni che assegnano le case. “Se fossero il Comune o i servizi sociali ad aiutare i cittadini con domande complicate, allora sì che potremmo fare un passo indietro. Ma finché non lo fa nessuno, il nostro ruolo è indispensabile”.
Infine, il tema più urgente: gli alloggi sfitti e non assegnati. Secondo i dati forniti dai sindacati, in Umbria ci sono circa mille appartamenti pubblici vuoti, di cui ben 400 solo a Terni, a cui si aggiungono almeno un centinaio già disponibili. A fronte di circa 600 richieste in attesa, i sindacati propongono uno stanziamento regionale stabile tra i 5 e i 7 milioni di euro all’anno per ristrutturare gli immobili e metterli a disposizione dei cittadini.
“Se si parte subito con le manutenzioni – concludono – si può risolvere una buona parte del problema abitativo della città”.