Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e civici all’attacco: “Una manovra devastante per cittadini e imprese. E la sanità? Tradita.”
È un fiume in piena la nota congiunta dei gruppi di opposizione in Consiglio Regionale dell’Umbria, che non usa mezzi termini per descrivere la manovra fiscale appena approvata dalla maggioranza. “Enormi falsità” e “salasso ai danni dei cittadini” sono solo alcune delle espressioni scelte da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e la lista civica Tesei Presidente, che accusano la giunta guidata dal centrosinistra di aver varato un piano economico che ignora volutamente il comparto sanitario e tradisce le promesse fatte agli umbri.
A far infuriare i consiglieri d’opposizione è stato il rigetto di un Ordine del Giorno che avrebbe vincolato i proventi della nuova manovra alla sanità regionale. Un’occasione persa, secondo Donatella Tesei, Enrico Melasecche, Eleonora Pace, Paola Agabiti, Matteo Giambartolomei, Andrea Romizi, Laura Pernazza e Nilo Arcudi, per dimostrare un reale impegno verso uno dei settori più fragili e cruciali del territorio.
“Dopo soli tre mesi, il volto vero della sinistra è venuto allo scoperto – affermano – fatto di promesse mirabolanti e zero concretezza. Gli umbri, oggi, pagano il prezzo di una politica arrogante e chiusa al confronto”.
Oltre alla questione fiscale, nel mirino dell’opposizione finisce anche la gestione della trasparenza: i consiglieri denunciano di non aver avuto accesso alla documentazione KPMG sui bilanci sanitari, nonostante richieste formali reiterate. Un comportamento che definiscono “umiliante e indegno di un’istituzione democratica”.
E il clima si fa ancora più rovente: i gruppi chiedono a gran voce che la presidente dell’Assemblea legislativa, Bistocchi, valuti l’ammissibilità della mozione di sfiducia contro la presidente della Giunta, Proietti, già depositata. Non solo: pretendono anche una convocazione urgente del Consiglio per discuterla.
“Non ci fermeremo – concludono – continueremo a batterci per la verità e per difendere cittadini e imprese da un progetto politico che li vuole in ginocchio”.