Per la seconda edizione del progetto, tre giornate formative a palazzo Mauri. Hanno partecipato studenti da Fucecchio (Firenze), Roma, Perugia e Spoleto
Dal sogno di rendere la città una fucina di idee e talenti nel settore moda a una tre giorni di formazione con professionisti e il coinvolgimento di studenti delle scuole superiori a indirizzo Moda, provenienti da Fucecchio (Firenze), Roma, Perugia e Spoleto. Si concretizza e prende forma il progetto Spoleto fashion talent, promosso e supportato dalla Fondazione Amen con l’obiettivo ambizioso di rendere Spoleto un punto di riferimento per lo scouting di giovani e talentuosi professionisti della moda. La seconda edizione, dal 14 al 16 maggio, ha avuto come quartier generale Palazzo Mauri, dove i ragazzi hanno potuto partecipare a corsi teorici e pratici su estetica della moda, dal make-up alla fotografia, dal fashion marketing all’armocromia e styling, passando per l’alta sartoria, dall’idea creativa al bozzetto, fino ai consigli su come promuovere un brand e creare una start up di moda.
L’esperienza formativa è stata arricchita anche dall’esplorazione della città e la visita al Museo del Tessuto. Da qui, il compito affidato ai giovani designer, suddivisi in sei gruppi, di realizzare il bozzetto di un abito che ricordasse la città di Spoleto, giocando su geometrie e colori. Tra i sei presentati al pubblico, ne verrà scelto uno e l’abito sarà realizzato nei prossimi mesi.
La giornata finale di Spoleto fashion talent ha visto inoltre la presentazione di alcuni progetti realizzati dagli studenti dei quattro istituti partecipanti nel corso della loro esperienza scolastica. Gli alunni dell’Istituto d’istruzione superiore ‘Arturo Checchi’ di Fucecchio (Firenze), indirizzo Sistema moda, hanno portato in scena “Desideri…un intreccio tra la storia che ispira e il futuro che sorprende’; gli studenti dell’Istituto Aniene, indirizzo Sistema Moda ‘Micol Fontana’ di Roma hanno presentato ‘The flower’, una collezione che ha messo in rilievo il valore dell’artigianato attraverso fiori realizzati all’uncinetto; i ragazzi dell’Istituto d’istruzione superiore ‘Giordano Bruno’ di Perugia, indirizzo Sistema Moda, si sono espressi in ‘L’iter progettuale della collezione moda dal concept alle varianti del capo. Collezione ispirata al marchio Levi’s’ e ‘Progettazione del tessuto su telaio a quattro licci. Working progress di una giacca Chanel dal filato al capo finito’; infine, i giovani del settore Moda dell’Indirizzo ‘Industria e Artigianato nel Made in Italy’ dell’Istituto di istruzione superiore (IIS) tecnico professionale ‘Spagna-Campani’ di Spoleto, hanno presentato il ‘Progetto sfilata Calipsia’.
Soddisfazione tra i docenti formatori, che hanno potuto trasferire le proprie conoscenze ai ragazzi entusiasti: tra loro Giorgia Stella (Make-up artist), Valentina Basiliana (Costume designer), Simona Baratti (Sartoria teatrale), Anna Podda & Silvana Grallinu (Armocromia e styling), Vittoria Bernacchia (Sartoria Brunello Cucinelli), Mauro Bani (Fotografia), Arianna Giovannini (Fashion marketing) nonché direttore artistica di Spoleto fashion talent, e Gianpaolo Zuccarello (Haute Couture Roma). Presenti, inoltre, Stefano Andreini, presidente della Fondazione Amen e Giovanni Maria Angelini Paroli, assessore a Marketing e innovazione imprenditoriale e al Turismo 4.0 per la valorizzazione dell’economia locale del Comune di Spoleto.
“Spoleto fashion talent – ha spiegato Giovannini – ha permesso ai partecipanti di conoscere delle sfaccettature della loro futura professione e ha dato loro la possibilità di una formazione che altrimenti non potrebbero avere se non in accademie di moda private. L’idea di fondo è permettere a chiunque abbia talento di poter emergere. Inoltre, vorremmo fa passare il messaggio, e credo che ci siamo riusciti, che lavorare nel settore moda non è solo diventare fashion designer. L’Italia è famosa in tutto il mondo per l’artigianalità, la sartorialità e non bisogna disperdere questo patrimonio”. “L’obiettivo della nostra fondazione, attraverso il supporto a Spoleto fashion talent – ha aggiunto Andreini – è valorizzare la vita, il talento, che nella pratica significa anche riuscire a fare un lavoro che piace, che soddisfa. Con queste giornate di formazione abbiamo provato a trasmettere questo, aprire la mente ai ragazzi sul loro settore di interesse e sul loro futuro, su cosa vogliono fare davvero, per aiutarli, con molta umiltà, a vivere meglio”.