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Sanità:Indagate 20 persone per diversi reati e corruzione,due le società coinvolte

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Dovranno rispondere dei reati di corruzione, inadempimento di contratti di pubbliche forniture, falsità ideologica del codice penale

 

Si è chiusa l’indagine della procura di Perugia risalente agli anni 2014-2020 che riguarda un altro scandalo nella sanità pubblica per gli incarichi ordinati da parte dei dirigenti dell’azienda ospedaliera di Perugia per diversi servizi di pulizia e sanificazionericondizionamento dei dispositivi tessili e di superfici antidecubito, oltre alle forniture di apparecchi medicali sofisticati e costosi.

Sarebbero una ventina le persone indagate a piede libero e due le società coinvolte:la “Servizi Associati Spa” e la “Servizi Ospedalieri Spa”

Nella nota della Procura di Perugia diretta da Raffaele Cantone si legge “Le attività investigative sono state eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Perugia, a partire dal 2020, mediante intercettazioni telefoniche, audizione di persone informate sui fatti, analisi di documentazione amministrativa, bancaria, contabile ed extra contabile, acquisita mediante specifiche richieste e rinvenuta nel corso di perquisizioni effettuate presso le stazioni appaltanti e le aziende pubbliche interessate Gli elementi raccolti all’esito delle complesse e articolate indagini di polizia giudiziaria hanno consentito di delineare un solido quadro indiziario, sulla base del quale sono state ascritte, a vario titolo, a 20 persone tra dirigenti, amministratori, funzionari pubblici ed amministratori, dipendenti delle società coinvolte – le ipotesi di reato di cui agli articoli 319 (corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio), 353 (turbata libertà degli incanti), 355 (inadempimento di contratti di pubbliche forniture), 476 (falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale), 479 (falsità ideologica) del codice penale. Avendo inoltre riscontrato l’assenza di modelli organizzativi, alle società appaltatrici – i cui soggetti apicali risultano indagati per i reati sopra indicati – è contestata l’ipotesi di illecito amministrativo dipendente da reato, ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001 numero 231”

Tra gli indagati. Figurerebbero l’ex direttore generale dell’ospedale, Emilio Duca, e i dirigenti del Santa Maria della Misericordia, Carlo Nicastro, Serena Zenzeri e Roberto Bacchetta. Ma anche quel Reno Vitali, che si dimise al termine di un’indagine interna da dipendente della Servizi Associati finito poi per essere indagato nell’aprile 2018.

Per la Servizi associati figurerebbero anche i nomi di Lucio Scarponi – dal 2010 al 2019 amministratore delegato della azienda e la responsabile dell’outsourcing tecnico della Usl Umbria 1, Patrizia Valentinucci.Sarebbero indagati pure l’ex direttore sanitario dell’ospedale, Diamante Pacchiarini, la dirigente dell’ospedale Rosa Maria Franconi, l’imprenditore, Fabio Madonnini. Il direttore promozione e sviluppo della Servizi Ospedalieri, Silvano Mei, il responsabile della logistica, Ruggeri Ennio, l’amministratore delegato, Fabio Luppino, il rappresentante legale Massimiliano De Marco, e il capocommessa Cristian Calvi.

Figurerebbero Iscritti, per turbativa d’asta, pure Claudio Zucchetti e Paola Panzarola in qualità di membri di una commissione di gara per la fornitura di mammografi. confermate le stesse accuse per altri commissari di gara, Carlo Nicastro, Tullio Coccoli e Susanna Sodo, membri della commissione che, secondo l’accusa, avrebbero “favorito la So.Ge.Si. a discapito della Servizi ospedalieri per assecondare indicazioni ricevute da esponenti politici” secondo l’accusa avrebbero segnalato informazioni riservate alla SO.Ge.Si e avrebbero alterato la valutazione tecnica attribuita alla alle offerte della Servizi Ospedalieri” dando un punteggio più alto alla So.Ge.Si.

Indagato pure Duranti Michele ,componente della commissione per la gara relativa alla fornitura di due apparecchiature per tac.   Alla Servizi Associati e alla Servizi ospedalieri la Procura contesta l’illecito amministrativo dipendente da reato. Si tratterebbe di presunta corruzione in quanto i dirigenti delle società assumevano parenti o figli di amici dei dirigenti ospedalieri in cambio di informazioni o, appalti aggiudicati.