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Sanità umbra, conti in rosso e fuga di medici e pazienti

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La spesa sanitaria in Umbria cresce del 24%. Un declino iniziato da 10 anni

Non è una sorpresa quella che emerge dai dati dell’indagine dell’Agenas sullo stato della sanità in Umbria in declino da oramai 10 anni: migrazione di medici in altri ospedali fuori dall’Umbria, mancanza di personale, di infermieri, disservizi in costante crescita ecc….

A questo si aggiunge la fuga dei cittadini verso altri ospedali per curarsi a causa degli alti costi e dei tempi di attesa per esami medici anche importanti.

Tommaso Bori, dato per certo come futuro assessore alla Sanità umbra nella nuova Giunta Proietti, ha commentato: “I numeri restituiscono la realtà più di ogni altro ragionamento e Agenas dice che nel 2022 il saldo economico è passivo per la mobilità sia sul fronte dei ricoveri che delle prestazioni. Un umbro ogni cinque si cura fuori dalla regione e questo ha ripercussioni sui conti. La Regione ha speso 54 milioni per curare i propri cittadini in ospedali esterni, ottenendone 36 per aver attratto pazienti da altre regioni e da qui il saldo negativo di 18 milioni. Saldo con il segno meno anche nelle prestazioni, per tre milioni. Le regioni verso le quali si sono diretti gli umbri sono Emilia Romagna, Lazio e Lombardia. La situazione è in peggioramento se consideriamo che nel 2019 lo sbilancio era di 16 milioni e nel 2017 c’era invece sostanziale parità. In questo contesto dunque ‘l’indice di fuga’ è del 21 per cento. Non esiste modo di giustificare questa fotografia impietosa che non fa che avvalorare la nostra battaglia e la nostra mobilitazione. Scelte sbagliate o rimandate stanno portando l’Umbria indietro e gli umbri non ne possono più. Liste d’attesa, sanità pubblica sempre meno accessibile, fuga di professionisti e dirigenti stanno mettendo alla prova il sistema sanitario regionale, pubblico e gratuito, che dobbiamo difendere a tutti i costi. Per questo continua la mobilitazione sanitaria che, come Pd e con le altre forze politiche di opposizione, stiamo portando avanti su tutto il territorio”.

Sit-in all’Ospedale di Pantalla

Per protestare contro la Manovra economica del Governo, si è svolto ieri, davanti all’Ospedale di Pantalla, un sit-in indetto da Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN, Uil Fpl Medici e Veterinari, Aaaroi Emac (associazione anestesisti rianimatori operatori italiani emergenza area critica), Fassid (Federazione Aipac Aupi Simet Sinafo Snr Dirigenti), Fvm (Federazione veterinari e medici).

Nell’incontro è stata lanciata una mobilitazione a difesa del servizio sanitario nazionale, che sia equo, universale, solidale, integrato e multiprofessionale.

“Mancano medici e quelli che ci sono hanno retribuzioni insufficienti, con i cittadini costretti sempre di più a rivolgersi al privato o addirittura a rinunciare alle cure, come sancito dall’ultimo rapporto Censis”. E’ il grido di allarme che si è alzato dal palco di Pantalla.

“Il blocco delle assunzioni a causa dei tetti di spesa introdotti nel 2005 – ha dichiarato Giovanni Lo Vaglio, dell’intersindacale medica -, unitamente ad una insufficiente programmazione e al calo delle domande, hanno determinato un deterioramento della qualità dei servizi e un insostenibile allungamento delle liste d’attesa, specialmente nella diagnostica per immagini, e un sovraffollamento dei Pronto soccorso dove si è registrato un aumento di accessi inappropriati”.

“Le poche risorse economiche previste dalla Finanziaria – ha concluso Lo Vaglio – sono insufficienti a garantire la sopravvivenza del Servizio Sanitario Nazionale”.

I molti operatori sanitari, che si sono alternati sul palco, hanno portato la loro testimonianza sui tanti problemi vissuti quotidianamente. Unanime l’appello alla nuova Giunta regionale affinché adotti politiche che permettano di guardare al futuro in un modo nuovo.