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Sanità, l’assessore Coletto conferma buco da 200 milioni

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“Le aziende territoriali sono tutte in difficoltà”

“Il livello di finanziamento nazionale non ha permesso di coprire i costi legati alla pandemia e alla crescita dei costi energetici”. Così l’assessore Coletto – che lascerà a breve l’incarico in Umbria per dedicarsi ad un altro impegno dirigenziale e politico nazionale – ha risposto a un’interrogazione del consigliere Pd, Michele Bettarelli.

Coletto ha poi aggiunto “Le aziende territoriali si trovano in difficoltà e rappresentano il 70% del disavanzo: l’Asl 1 ha un disavanzo di 80 milioni, l’Asl 2 di oltre 60, mentre l’azienda ospedaliera di Perugia di circa 40 milioni e quella di Terni ha un disavanzo di oltre 20 milioni. Ma questi dati non sono definitivi, lo saranno quelli del quarto trimestre 2022 e del bilancio di esercizio con le relative partite di chiusura”. Dunque, tali importi, potrebbero potrebbero subire una variazione al rialzo.

“Il 2022 – ha proseguito l’assessore – ha mostrato subito problematiche di sostenibilità nazionale dei servizi sanitari e il livello di finanziamento nazionale non ha permesso di coprire i costi legati alla pandemia e alla crescita dei costi energetici”.

La presidente della Regione Tesei ha tenuto a precisare che “La pandemia è finita per decreto ma nei nostri ospedali ci sono 200 ricoverati. Gestire il Covid dentro gli ospedali – ha aggiunto – significa riservare posti e personale, spendere di più e ridurre gli spazi per gli altri malati. Non si può dimenticare cosa è successo in questi tre anni e le responsabilità precedenti. L’Umbria è stata considerata una delle Regioni migliori per la gestione della pandemia e del Piano vaccinale. Abbiamo dovuto fare scelte dure, ci siamo assunti responsabilità: l’ospedale di Spoleto, prima della pandemia, aveva numeri impietosi. Il terzo polo Foligno-Spoleto è l’unico modo di ridare dignità a quella struttura”.

La presidente ha inoltre dichiarato “c’era un disavanzo strutturale già prima del Covid, ripianato con poste di finanziamento straordinarie. Anche l’assessore dell’Emilia Romagna, ad esempio, ha comunicato al Governo che alle sanità regionali mancavano oltre 4 miliardi di euro. E ancora mancavano i costi della crisi energetica. Il presidente della Toscana lamenta un disavanzo di 500 milioni. Non è stato raggiunto un accordo sul riparto del fondo nazionale tra le Regioni perché la dotazione finanziaria non è sufficiente. Sono consapevole – ha concluso Tesei – che ci sono molte cose da fare e le faremo”.

Tutto bene quindi? Niente affatto! 200 milioni sono tanti, non si ripianano facilmente e il percorso per il risanamento, anche parziale sarà lungo e doloroso.