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Presidio alla Sitem di Trevi, sciopero contro 36 licenziamenti: istituzioni al fianco dei lavoratori

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Alta adesione alla mobilitazione promossa dai sindacati. Richiesto il ritiro della procedura di esubero e l’apertura degli ammortizzatori sociali

Mattinata di protesta alla Sitem spa di Trevi, dove i lavoratori hanno incrociato le braccia per quattro ore contro l’annuncio di 36 licenziamenti. Lo sciopero, indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil, ha registrato un’adesione totale, segno di un malcontento diffuso tra i 165 dipendenti dello stabilimento di località Cannaiola.

Davanti ai cancelli dell’azienda si è tenuto un presidio partecipato, al quale hanno preso parte anche rappresentanti istituzionali del Comune di Trevi e della Regione Umbria, che hanno voluto testimoniare la loro solidarietà e disponibilità a sostenere il percorso di confronto.

La protesta e le richieste dei lavoratori

Il presidio arriva dopo le assemblee sindacali del 27 ottobre, in cui i dipendenti avevano espresso forte contrarietà alla decisione aziendale di procedere con i licenziamenti collettivi e alla mancata attivazione degli strumenti di tutela previsti dalla legge.
Le sigle sindacali chiedono alla proprietà di ritirare la procedura di esubero e di aprire un tavolo negoziale per l’attivazione degli ammortizzatori sociali e la definizione di un piano industriale in grado di rilanciare la produzione.

“L’azienda ha fatto qualche passo avanti, riducendo lievemente il numero dei licenziamenti – ha spiegato Nico Malossi, segretario provinciale della Fiom Cgil di Perugia – ma non basta. Sitem è uno dei poli di tranciatura più importanti d’Europa e non possiamo accettare che si risponda alle difficoltà di mercato con tagli al personale. Servono investimenti, non arretramenti industriali”.

L’intervento delle istituzioni

Al fianco dei lavoratori anche il vicesindaco di Trevi, Francesco Saverio Andreani, e il consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra, Fabrizio Ricci, che hanno espresso vicinanza ai dipendenti e alle loro famiglie.
“Il Comune – ha dichiarato Andreani – è impegnato a sostenere un percorso di mediazione per evitare un danno economico e sociale che colpirebbe tutto il territorio. Ci auguriamo che l’azienda riveda le proprie posizioni e apra alla possibilità di utilizzare gli ammortizzatori sociali”.

Ricci ha ribadito la necessità di preservare il valore industriale della Sitem, definita “una realtà strategica per l’Umbria”, e ha chiesto “l’apertura di un tavolo con le istituzioni regionali e le organizzazioni sindacali per scongiurare la perdita dei posti di lavoro e garantire continuità produttiva”.

Un futuro incerto per lo stabilimento

Il clima di preoccupazione è acuito dal fatto che, a fine 2024, la società era passata sotto il controllo di un gruppo statunitense, evento che aveva fatto sperare in nuovi investimenti e prospettive di crescita. A pochi mesi di distanza, invece, il piano di 36 licenziamenti rischia di avere pesanti ripercussioni economiche e sociali su un territorio già segnato da processi di deindustrializzazione.

Le organizzazioni sindacali hanno confermato lo stato di agitazione, pronte a proseguire la mobilitazione finché non saranno individuate soluzioni concrete per la salvaguardia dell’occupazione e del futuro produttivo della Sitem.