Mons. Maffeis: «L’Eucaristia ci forma come comunità e ci manda nel mondo come testimoni del bene comune»
Un fiume silenzioso e composto di persone ha attraversato domenica 22 giugno le strade del centro storico, nella solennità del Corpus Domini, che ha riunito fedeli, religiosi, bambini della Prima Comunione e rappresentanti delle istituzioni civili e religiose. Il cuore della città si è trasformato in un luogo di preghiera, raccoglimento e bellezza, animato da canti, simboli e riflessioni cariche di attualità.
L’arcivescovo Ivan Maffeis, che ha presieduto la celebrazione eucaristica nella cattedrale di San Lorenzo, ha offerto un’omelia che non si è sottratta al confronto con il tempo presente, leggendo nel brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci un’immagine cruda ma veritiera del nostro tempo: «Il giorno volge al tramonto, il luogo è deserto. Non è difficile vedere in queste parole il riflesso di una stagione segnata dalla guerra, dalla paralisi della politica, dall’impotenza della diplomazia».



Al centro della riflessione, però, resta la forza dell’Eucaristia come luogo generativo di comunione e missione: «La mensa del Signore – ha detto Maffeis – ci fa popolo, ci insegna la fraternità, ci manda nel cuore della Città dell’uomo come testimoni di speranza, a servizio del bene di tutti».
La processione, partita da San Lorenzo e conclusasi nella basilica di San Domenico, ha visto la partecipazione di numerosi gruppi ecclesiali – come l’Azione Cattolica, l’UNITALSI, gli ordini cavallereschi di Malta e del Santo Sepolcro – e di molte famiglie con i loro figli. Significativa la presenza di bambini e bambine in abito bianco, testimoni di una fede che si rinnova nelle nuove generazioni.
Non sono mancati i segni visivi a rendere ancora più intensa la celebrazione: dalla corale Laurenziana ai petali dell’infiorata realizzata in piazza IV Novembre da giovani dei quartieri di Ferro di Cavallo e Santa Lucia, fino all’altare festosamente addobbato nella grande abside gotica di San Domenico.
Molto apprezzata anche la discreta ma attenta presenza delle autorità civili, che hanno seguito il passaggio del Santissimo Sacramento fermandosi in preghiera davanti ai luoghi delle istituzioni. Un gesto che l’arcivescovo ha voluto sottolineare a conclusione della celebrazione, ringraziando per una presenza “non solo formale, ma partecipe di una testimonianza di fede che, oggi più che mai, vuole parlare a tutta la città”.