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Omicidio di Pamela Mastropietro, la pena inflitta a Innocent Oseghale potrebbe scendere a 30 anni

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Due i testimoni da sentire, delusi i familiari della ragazza 

Innocent Oseghale, condannato in via definitiva all’ergastolo con la sentenza di primo grado per l’omicidio di Pamela Mastropietro, la giovane ragazza di soli 18 anni uccisa a Macerata il 30 gennaio 2018, dovrà essere giudicato anche per il reato di violenza sessuale.

Oseghale ha sempre negato di aver violentato e ucciso Pamela, ma aveva ammesso di aver fatto a pezzi il cadavere per disfarsene. Secondo l’accusa, invece, lui avrebbe abusato della giovane mentre era sotto l’effetto dell’eroina e poi l’avrebbe uccisa a coltellate, per impedire che lo denunciasse

Il 23 febbraio scorso la Cassazione aveva inviato ai giudici perugini gli atti relativi a questa ipotesi di reato, dopo aver confermato la condanna per omicidio, emessa dal tribunale di Macerata e ribadita in appello ad Ancona. I giudici hanno accolto la richiesta della Procura generale di dare luogo a un’integrazione istruttoria, accettando il ricorso dei difensori dell’imputato condannato, gli avocati Umberto Gramenzi e Simone Matraxia.

Secondo i legali di Oseghale, l’insussistenza della violenza sessuale potrebbe portare una rideterminazione della pena, che potrebbe scendere a 30 anni. Il nuovo dibattimento si terrà il 25 gennaio prossimo.

Il caso

All’epoca dei fatti Pamela, si era allontanata dalla comunità terapeutica di Corridonia dove viveva ed aveva avuto rapporti sessuali protetti prima di incontrare Oseghale in un parco pubblico di Macerata. Successivamnete la ragazza sarebbe stata invitata nell’appartamento di Oseghale dopo aver incontrato due pusher. Secondo l’accusa fatta dai legali della famiglia della ragazza, Oseghale dopo aver invitato la ragazza nella sua abitazione avrebbe abusato di lei mentre era sotto l’effetto dell’eroina e poi l’avrebbe uccisa a coltellate, per impedire che lo denunciasse.

Il 31 Gennaio del 2018 Pamela venne ritrovata morta e brutalmente mutilata

Il suo corpo,fatto a pezzi, fu rinvenuto all’interno di due valigie nelle campagne maceratesi. Secondo l’accusa, l’atto sessuale sarebbe stato il movente del delitto, ma Oseghale lo ha sempre negato.

I familiari della ragazza preso atto delle decisione dei giudici perugini hanno dichiarato “Rispettiamo chiaramente la decisione dei giudici e attendiamo con fiducia una nuova sentenza che possa dare giustizia a Pamela”.

Gli avvocati Simone Mastraxia, difensore di Innocent Oseghale, assieme all’avvocato Umberto Gramenzi hanno dichiarato: “Riteniamo che questo contenuto probatorio non sia assolutamente decisivo” ed hanno aggiunto “per come è formulata l’ipotesi accusatoria, il supplemento istruttorio richiesto dalla Procura generale nulla può apportare all’ipotesi accusatoria e quindi ci auguriamo che la Corte d’Assise d’Appello di Perugia prenda atto dell’insussistenza delle risultanze probatorie a sostegno del reato di violenza sessuale, trasformato in circostanza aggravante, e assolva l’imputato”.