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L’Unione Europea, una storia di pace, solidarietà e sviluppo

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Il 1 gennaio 2002 è nata l’euro e il 1 gennaio 1958 i Trattati di Roma

di Adriano Marinensi – Con un articolo puntuale, Romano Prodi ci ha ricordato che 20 anni orsono, la vecchia lira italiana è stata sostituita dall’euro. Puntuali le valutazioni in quanto espresse da uno dei principali protagonisti dell’evento quando era Presidente del Consiglio, con a latere il Sottosegretario Enrico Micheli. Prodi parla di “un avvenimento che ha cambiato il corso dell’Europa”, perché – sottolinea – “condividere la stessa moneta significa cambiare il concetto di solidarietà, trasformandola da nazionale a sovranazionale”. Quel passaggio epocale avvenne a partire dal 1 gennaio 2002, nel nostro e in altri 12 Paesi ed oggi l’euro è la valuta comune di 19 Stati. Un collante decisivo, anche se ancora manca appieno lo spirito di intesa politica, indispensabile per sentirsi tutti appartenenti ad un popolo unito.

Romano Prodi

Dunque, il 1 gennaio scorso, l’euro ha compiuto vent’anni e l’U.E. sessantaquattro. Era il 1 gennaio 1958 quando iniziò la storia dell’Europa nuova. La firma sui Trattati d’origine venne posta il 25 marzo 1957, in Campidoglio a Roma, dai rappresentanti di Italia, Francia, Belgio, Germania occidentale, Olanda e Lussemburgo. Furono questi i pionieri che affrontarono l’avventura unitaria, per ricostruire e rilanciare il Continente devastato, materialmente e moralmente, dal terrore della guerra che s’era appena conclusa (maggio 1945). C’è un quadro, nel salotto di casa mia, che mostra affiancati tre dei Padri nobili che crederono nell’ideale comunitario: De Gasperi, Spaak e Adenauer. Un trattato precedente (Parigi – 1951) aveva istituito la CECA (Comunità Europea Carbone e Acciaio) e l’EURATOM (Organismo per il controllo dell’energia nucleare). La base legale della CEE (Comunità Economica Europea), che sanciva la volontà di integrazione internazionale, furono i Trattati di Roma.

L’accordo iniziale prevedeva, in progetto: 1) Eliminazione dei dazi doganali tra gli Stati membri; 2) Tariffa esterna doganale unica; 3) Politiche comuni in agricoltura, commercio e trasporti; 4) Creazione del Fondo sociale europeo; 5) Banca europea degli investimenti. In avvio, molti furono principi di attuazione, ma servirono a cementare l’intesa politica e lo spirito europeista. La prima pietra dell’organizzazione istituzionale la pose il Trattato di Bruxelles che definì il primo Consiglio e la prima Commissione. Poi, l’Accordo di Schengen (1985) per la progressiva eliminazione dei controlli alle frontiere interne; lo strategico Trattato di Maastricht (1992), sottoscritto dai 12 Paesi allora facenti parte della Comunità. Stabiliva le principali fasi di attuazione temporale: 1) Libera circolazione dei capitali; 2) Rafforzamento della collaborazione; 3) Graduale introduzione dell’euro. In Italia, l’euro è diventato moneta circolante nel 2002; la nuova moneta era nata il 1 gennaio 1999, ma, nei primi tre anni, fu utilizzata dalle banche e dai mercati finanziari.

Di Diliff - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35972521
Strasburgo, Parlamento Europeo (Photo Diliff – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35972521)

Nel giugno 1979, si è votato, la prima volta, a suffragio universale, per l’elezione del Parlamento europeo (attualmente presieduto da David Sassoli), il principale organo legislativo dell’Unione, composto da 705 Deputati, in carica per cinque anni. Ci sono poi due Consigli europei, da non confondere tra loro. Il primo è formato dai Capi di Stato e di Governo con il compito di definire gli indirizzi politici; l’altro – unitamente al Parlamento – partecipa alla formazione normativa. Molto importante il ruolo della Commissione della quale fanno parte 27 membri, uno per ogni Stato: 26 Commissari e il Presidente (oggi Ursula von der Leyen). E’ l’organo esecutivo della U. E., centrale nell’azione di Governo.

Inoltre, la Corte di Giustizia che garantisce l’osservanza del diritto comunitario. Altri “presidi attivi” sono la Banca Centrale Europea (B. C. E.) che rappresenta i 19 Paesi che utilizzano l’euro (Area Euro) e cioè Italia, Francia, Germania, Spagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Austria, Portogallo, Grecia, Finlandia, Irlanda, Estonia, Lettonia, Lituania, Cipro, Malta, Slovacchia e Slovenia. L’euro è la seconda moneta più utilizzata negli scambi commerciali internazionali. La B. C. E. è presieduta da un’altra donna: Christine Lagarde. Ultimo organismo di rilievo, la Corte dei Conti europea, preposta al controllo di gestione delle entrate e delle spese. Sono ubicati, in prevalenza, a Bruxelles ed anche in Lussemburgo, Strasburgo e Francoforte sul Meno.

Attualmente – dopo l’uscita della Gran Bretagna, a seguito del referendum popolare del 2016 (uscita effettiva dal 31 gennaio 2020) – i membri sono 27. Ai sei Stati fondatori si sono aggiunti Regno Unito, Danimarca, Irlanda (1973), Grecia (1981), Spagna e Portogallo (1986), Austria, Svezia, Finlandia (1995), Cipro, Malta, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Lettonia, Estonia, Lituania, Slovenia, Repubblica Ceca (2004), dopo la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS. Ancora, Romania, Bulgaria (2007), Croazia (2013). Ufficialmente ci sono 5 Paesi candidati ad entrare: Turchia, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Albania.

I “negoziati di adesione” sono complessi, per gli accurati controlli riguardanti i requisiti richiesti che pretendono il rispetto dei principi fondamentali legati ai diritti dell’uomo. Sono 440 milioni i cittadini europei, anche se non tutti si sentono integrati nel nuovo Grande Paese che ha ormai affermato la sua identità nel mondo. All’insegna della democrazia, della libertà e della pacifica convivenza. I valori veri che sconfessano le nostalgie retrodatate e i sovranismi divaricanti.

Ed ecco a voi, il solito allegato indispensabile. Non sono un affezionato spettatore di dibattiti televisivi. Talvolta però mi ci porta il telecomando. In una di queste scorribande ho visto un Vescovo (almeno con siffatta “uniforme” era vestito e come tale è stato presentato). Parlava da avversario delle vaccinazioni e, tra i suoi farfugli, ha detto che i tanti morti, spacciati per vittime del COVID, sono stati lasciati morire per farci mettere le mascherine. E’ vero che, in regime democratico, non vi è limite di parola, però non libertà di fregnacce. Che tipi questi NO VAX! Per giustificare le loro ribalderie coniglie sono capaci di avvisarti che leggere un libro è pericoloso. E le scoperte scientifiche sono bufale. Il vaccino è una bufala, il Green pass attentato alla libertà. L’arte del mentire sapendo di mentire. Fate conto che la luce sia un “difetto” del buio. La mistificazione della psicofantanalisi.