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“Il Pd si rivela nelle sue posizioni contro la caccia e il mondo venatorio”

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I consiglieri regionali della Lega Mancini e Puletti replicano a Meloni

“Il Partito Democratico getta la maschera e si rivela nelle sue posizioni contro la caccia e il mondo venatorio”. A intervenire sono i consiglieri regionali della Lega Valerio Mancini (responsabile dipartimento regionale caccia) e Manuela Puletti “a seguito delle dichiarazioni del capogruppo PD all’Assemblea legislativa, Simona Meloni, secondo la quale la Lega farebbe meglio a occuparsi del calendario agrario anziché di quello venatorio”.

“Si tratta – spiegano Puletti e Mancini – di dichiarazioni fuori luogo e irrispettose verso un intero comparto che oltre a coinvolgere decine di migliaia di appassionati, offre un contributo rilevante in termini di economia e indotto, mantenimento degli equilibri faunistici e cura degli spazi boschivi, oltre a rappresentare una pratica che affonda le sue radici nelle tradizioni e nella cultura della nostra regione e del nostro Paese. E’ bene che i cacciatori e le associazioni del settore sappiano quale bassa considerazione abbia il Partito Democratico dell’attività venatoria e dell’importanza che riveste in Umbria. Non ci stupiamo, a questo punto, che in sede di Consiglio Regionale e nell’ambito della Commissione competente, le uniche proposte presentate sulla caccia siano state quelle della Lega, mentre nulla in termini di atti o di iniziative è mai stato prodotto in due anni e mezzo dal Partito Democratico, a evidente dimostrazione di un totale disinteresse verso il mondo venatorio palesato oggi dalle parole del capogruppo Meloni”.

“Nella consapevolezza che molti agricoltori sono anche cacciatori, realtà che evidentemente sfugge alla consigliera Meloni, senza l’attività venatoria gli ingenti danni causati alle coltivazioni dalla fauna selvatica in soprannumero sarebbero ancora superiori. Più volte, inoltre, gli agricoltori hanno chiesto – concludono i consiglieri di maggioranza – misure più forti di contenimento delle specie dannose, ma spesso sono stati ostacolati da burocrazia, regolamenti e dalla cultura ambientalista a cui spesso la sinistra ha strizzato l’occhio. Di leggi strampalate in materia di armi e politiche venatorie ne abbiamo viste abbastanza in questi anni e venivano tutte dalla sinistra. Finalmente si gioca a carte scoperte, il mondo venatorio ora sa chi è dalla sua parte e chi no”.