Home Cronaca Città di Castello, tre arresti nell’inchiesta sulla corruzione nel settore dei rifiuti

Città di Castello, tre arresti nell’inchiesta sulla corruzione nel settore dei rifiuti

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Manager e imprenditori ai domiciliari per una presunta tangente da 750mila euro

Conclusa l’indagine della guardia di finanza presso le ex Ecocave a Perugia e la Sogepu a Città di Castello. Secondo i Pm si tratterebbe di un’accusa di corruzione per una presunta tangente da 750mila.

Sono in tutto tre i manager finiti agli arresti domiciliari, l’amministratore della società pubblica per la gestione dei rifiuti in Altotevere Cristian Goracci, l’amministratore di Ece Antonio Granieri e el’imprenditore Massimiliano Nebbiai di Omn Componenti di Montone. Gli indizi sono motivati con il pericolo di reiterazione del reato, promosso dalla procura il 18 giugno a cui il giudice per le indagini preliminari,Natalia Giubilei, ha risposto lo scorso 3 settembre.

In particolare Granieri avrebbe corrotto Goracci per avere una posizione favorevole all’interno dell’Ati Sogeco favorendo – si presume- Sogepu ed Ece, nel gennaio 2002 dell’aggiudicazione di un appalto della durata di 15 anni, del valore di 315 milioni di euro per lo smaltimento dei rifiuti in 14 comuni dell’alta Umbria.

Ad avviso del procuratore Raffaele Cantone e del sostituto Paolo Abbritti la presunta tangente sarebbe stata pagata attraverso svariati contratti di collaborazione per consulenze inesistenti, corrisposti in diverse tranche come pagamento di consulenze mai eseguite.Risulterebbe che altri pagamenti per 36mila euro sarebbero arrivati a Goracci da Massimiliano Nebbiai per favorire la Omn di 600 cestini stradali del valore di 300mila euro.

Giovedì i tre indagati compariranno davanti al Gip del Tribunale di Perugia Natalia. Per loro la procura ha richiesto la misura degli arresti domiciliari, avvalendosi della nuova riforma Nordio, che da fine agosto prevede il contraddittorio preventivo davanti alle richieste di misure cautelari per reati di questo tipo. Gli indagati, assistiti dagli avvocati Roberto Rampioni, Giuseppe Caforio e Paola Trebbi, si presenteranno domani davanti al gip per dimostrare la correttezza del loro operato e per contestare tutte le accuse.