Il giocatore del Gubbio non è indagato. L’ex Perugia risulta tra le persone coinvolte negli accertamenti della Procura di Milano
Due nomi legati al calcio umbro compaiono nelle carte dell’inchiesta della Procura di Milano sulle presunte scommesse effettuate da calciatori su piattaforme non autorizzate: si tratta di Cristian Buonaiuto, ex Perugia oggi alla Cremonese, e Alessio Di Massimo, attaccante attualmente in forza al Gubbio. La notizia è stata riportata da Il Messaggero in un articolo firmato da Egle Priolo.
Secondo quanto riportato, Buonaiuto sarebbe tra i soggetti formalmente iscritti nel registro degli indagati per presunte violazioni della legge 401/1989, in merito alla partecipazione a giochi su circuiti ritenuti non legali. I fatti, secondo gli accertamenti, si riferirebbero al periodo tra il 2021 e il 2023. Non risultano al momento elementi che chiariscano il ruolo preciso del calciatore, né se abbia effettivamente effettuato scommesse.
Sempre secondo Il Messaggero, nelle carte dell’indagine compare anche il nome di Di Massimo. A differenza di Buonaiuto, non risulta indagato. Il suo nominativo emergerebbe in relazione ad alcuni bonifici eseguiti alla gioielleria milanese Elysium, attività al centro dell’indagine per il suo presunto utilizzo come canale informale di movimentazione di denaro legato al giocatore Nicolò Fagioli, ex Juventus ora alla Fiorentina.
Stando agli atti, Di Massimo avrebbe effettuato tre versamenti per un totale di circa 29mila euro. Le carte dell’inchiesta suggerirebbero che si tratti di operazioni eseguite per conto di terzi, e non vi sarebbero elementi a oggi che indichino un suo coinvolgimento diretto nel circuito di scommesse.
Quanto a Buonaiuto, il suo nome emergerebbe anche in alcune conversazioni intercettate tra Fagioli e altri soggetti, in cui viene menzionato come partecipe di un gruppo di gioco. Dalle indagini bancarie risulterebbero versamenti verso la stessa gioielleria per un ammontare complessivo superiore ai 40mila euro. Anche in questo caso, spetterà agli inquirenti accertare la natura effettiva di tali operazioni.
Fagioli, intanto, ha pubblicamente chiesto scusa sui social a chi si è trovato coinvolto nella vicenda, affermando di aver agito in un momento in cui la ludopatia aveva preso il sopravvento. Il suo legale, Armando Simbari, ha dichiarato che il calciatore ha già scontato la squalifica sportiva e intende chiudere anche la parte penale attraverso gli strumenti previsti dalla legge, come il pagamento di un’eventuale oblazione.
L’inchiesta della Procura di Milano, che ha portato al sequestro di beni per oltre 1,5 milioni di euro, punta principalmente a individuare i presunti organizzatori del sistema.