Cedule carburanti prese in carico non sarebbero state scaricate per il rifornimento degli automezzi di servizio
Un carabiniere che dal 2006 al 2020 ha ricoperto l’incarico di brigadiere capo dell’Arma, in servizio presso la compagnia di Perugia con funzione di agente contabile, con la responsabilità amministrativa di capo deposito carburanti, dovrà risarcire 42.197,88 euro al Ministero della Difesa, a seguito della condanna emessa dalla sezione giurisdizionale della Corte dei Conti.
Secondo l’accusa l’agente sarebbe responsabile di un danno erariale complessivo di 201.779,89 euro, il dato è riportato nella sentenza “in ragione della grave e sistematica incuria con cui ha gestito la contabilizzazione delle cedole carburanti negli anni dal 2006 al 2020, causando così un danno patrimoniale emergente per ammanchi di titoli di acquisto di gasolio e benzina rispetto alle giacenze contabili pari a 51.542,62 euro; un danno da disservizio quantificato in 41.876,23 euro per i maggiori costi sostenuti” dall’Arma per ristabilire il corretto andamento del servizio, e un danno da interruzione del nesso sinallagmatico del contratto lavorativo pari a 108.361,04 euro”
Sono, dunque, stati quantificati oltre 42 mila euro in funzione “ delle cedule carburanti prese in carico che non sarebbero state scaricate per il rifornimento degli automezzi di servizio e non reperite nelle rimanenze fisiche passate una volta consegnate al brigadiere che gli era succeduto . Dalla relazione della Commissione d’inchiesta amministrativa emerge che la ricostruzione dell’ammanco è stata effettuata con due modalità differenti. Dal 2010 al 2020, è stato scritto, “la verifica è stata basata sull’individuazione dei numeri di serie dei buoni benzina forniti dalle casse petrolifere, sul tracciamento di quelli scaricati contabilmente sia a seguito dell’utilizzo in sede di Compagnia, sia per la distribuzione ai reparti dipendenti”.
Ad avviso della Commissione d’inchiesta sarebbero state riscontrare evidenze negative per circa 13 mila litri di gasolio, pari a 20.809,26 euro, e altrettanti litri di benzina, pari a 21.388,62 euro, “ 19 buoni carburante esitati dalle compagnie petrolifere a debito dell’Arma (poiché utilizzati o scaduti e non restituiti), ma non scaricati contabilmente per i rifornimenti dei mezzi della compagnia di Perugia e dei reparti dipendenti”.