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Botti di Capodanno, Aduc: in Italia cronaca da bollettino di guerra

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Il presidente Vincenzo Donvito Maxia denuncia la grave situazione del nostro Paese

Aumentano le denunce da parte delle Forze dell’ordine nell’ambito dell’attività di contrasto dei botti di Capodanno. “Le cronache di queste ore – si legge in una nota di Aduc a firma del presidente Vincenzo Donvito Maxia – di quanto accaduto nella notte di San Silvestro sembrano un bollettino di guerra, tra feriti e morti, e sono impressionanti i numeri di agenti di pubblica sicurezza mobilitati per l’ordine pubblico nella notte di Capodanno (1200 a Roma e 880 a Milano, per esempio)”.

“Non abbiamo ancora presunti squilibrati – prosegue Maxia – che tranciano la folla con bolidi a tutta velocità e lasciamo decine di morti come, per esempio, a New Orleans o nei giorni scorsi a Magdeburgo, ma non ci sarà da stupirsi tanto se saremo vittime a breve anche di simili atti. Opera di squilibrati, come dicono in alcuni casi? Casualità, disattenzione, pretesti o salute instabile… di fatto si tratta di episodi in crescita e talvolta anche con violenze maggiori rispetto al passato”.

“E’ bene rimarcare – sottolinea il presidente di Aduc – che quest’anno gli appelli, i divieti (mai tanti Comuni avevano emesse ordinanze in merito) e i controlli sono stati maggiori… ma i risultati sembra siano stati inversamente proporzionali. Che succede?

Crediamo che il rapporto tra autorità/istituzioni e cittadini sia più logorato. Cittadini meno propensi non solo al rispetto di un altro vissuto come limite ad un se stesso senza accortezze umane e civili, ma soprattutto cittadini che danno scarso ascolto e fiducia alla pubblica amministrazione”.

“In un Paese dove va a votare anche meno della metà degli aventi diritto – aggiunge Maxia -, dove è forte l’invito all’illegalità (fiscale soprattutto) anche per livelli minimi di sussistenza, dove i diritti sanciti (quelli sanitari e della giustizia, per esempio) sono sgretolati… in questo Paese, i fatti irrispettosi ed incresciosi di questa notte di passaggio al 2025 sembrano normalità. In crescendo.

Dove l’eco del messaggio politico e civico del presidente della Repubblica, di pari passo con quello spirituale del papa della nostra più diffusa religione, con un’altrettanta eco formale quanto totale di condivisione, sembrano litanie destinate a durare il momento in cui sono state pronunciate e commentate.

Sembra quasi la tangibile realtà del detto ‘chi semina vento raccoglie tempesta’”.

“Segnali, tendenze e tristezze – conclude Maxia – che chi governa e fa le leggi dovrebbero considerare con attenzione, chè senza questa, i cittadini sono distratti da un quotidiano di scarsa felicità”.