
Secondo il rapporto Censis-Verisure, la regione registra l’aumento più consistente di reati contro le abitazioni. Crescono del 24,8% i casi in un solo anno
Il quarto rapporto dell’Osservatorio Censis-Verisure sulla sicurezza della casa, realizzato in collaborazione con il Servizio analisi criminale del Ministero dell’Interno, fotografa una situazione preoccupante per l’Umbria: nel 2024 la regione ha fatto segnare il più alto tasso di furti in abitazione dell’intero Paese, con 41,2 casi ogni 10mila abitanti.
Un incremento che non solo vale all’Umbria il primato nazionale, ma rappresenta anche la crescita più significativa a livello regionale: +24,8% rispetto all’anno precedente. Dietro il “Cuore verde d’Italia” si collocano Trentino-Alto Adige (+22,2%) e Veneto, entrambe aree dove i reati contro le abitazioni sono tornati a crescere dopo un periodo di relativa stabilità.
Il dato umbro, spiegano i ricercatori, è uno degli indicatori che meglio descrive la diffusione del fenomeno dei furti in casa, poiché rapporta i numeri dei reati alla popolazione residente. Un segnale che suggerisce la necessità di rafforzare la prevenzione e i sistemi di sicurezza domestica, soprattutto nei centri urbani e nelle zone residenziali periferiche.
Sul fronte della sicurezza complessiva delle abitazioni, però, il quadro cambia: l’indice di sicurezza domestica 2025 colloca l’Umbria al dodicesimo posto nella graduatoria nazionale. In vetta figurano Marche, Sardegna e Calabria, mentre il Lazio chiude la classifica.
Il rapporto del Censis invita a leggere questi dati in chiave di consapevolezza: non solo come allarme, ma come stimolo a investire nella protezione delle case e nella collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine, perché la sicurezza – si legge nel documento – resta «una delle prime forme di benessere sociale».













