Il 35enne marocchino aggredì la compagna con 18 coltellate. Ferita anche la bimba di 5 anni. Arrestato poche ore dopo, sporco di sangue
Si è chiuso con una condanna a 11 anni e 8 mesi il processo nei confronti di Kamal Ennouri, 35enne marocchino che nella notte tra il 13 e il 14 giugno del 2024 aggredì brutalmente la moglie nella loro abitazione di famiglia, colpendola con 18 coltellate. Ferita anche la figlioletta di cinque anni, che la donna aveva in braccio al momento dell’aggressione.
Il giudice per l’udienza preliminare Simona Di Maria ha accolto quasi integralmente la richiesta avanzata dal pubblico ministero Gemma Miliani, che aveva sollecitato una condanna a 12 anni. Il procedimento si è svolto con rito abbreviato.
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, condotte dai carabinieri, Ennouri – in stato di alterazione per l’assunzione di alcool e sostanze stupefacenti – avrebbe agito al culmine di una lite per gelosia. La donna, con la quale era in fase di separazione, riportò lesioni gravissime ma fu salvata grazie all’intervento dei soccorsi. La figlia, colpita a sua volta dalla lama, riportò ferite in più parti del corpo. In casa era presente anche l’altra figlia della coppia, che assistette alla scena.
Dopo il fatto, Ennouri lasciò l’abitazione con la bambina e raggiunse alcuni parenti ai quali avrebbe detto di aver “ammazzato” la moglie. Quindi si diede alla fuga a piedi, ma fu rintracciato e arrestato poche ore dopo, non lontano da casa, ancora con i vestiti sporchi di sangue. Da allora è detenuto nel carcere di Terni.
Nel corso del processo, l’uomo ha negato la volontà di uccidere e ha sostenuto di non essersi accorto della presenza della figlia tra le braccia della madre. Le lesioni inferte alla bambina sono state riqualificate dal giudice come colpose. La difesa era affidata all’avvocata Donatella Donati, mentre la moglie e le figlie sono assistite dall’avvocata Cristiana Neri.