Home Economia e Finanza Sulla ex Novelli il monitoraggio della Regione

Sulla ex Novelli il monitoraggio della Regione

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L’Assemblea legislativa regionale ha risposto alle interrogazioni (question time) presentate dal consigliere Marco Squarta (Fratelli d’Italia), riferite all’atto ispettivo con cui chiede “quali azioni la Regione Umbria intende mettere in campo, attivandosi nei confronti del Ministero, affinché il 22 dicembre 2018, termine della procedura fallimentare della Alimentitaliana, non segni la fine di una realtà produttiva che conta oggi circa 500 dipendenti e che finirebbe di metterebbe in ginocchio un territorio che già oggi ricade nell’area di crisi complessa”.

Squarta ha sottolineato che “un contesto di complessi eventi giudiziari relativi alla proprietà ha investito direttamente anche i lavoratori degli stabilimenti ex Novelli di Spoleto, Amelia e Terni. Il futuro degli stessi appare ad oggi quanto mai incerto e rende necessario al più presto un incontro al ministero dello Sviluppo economico per valutare, alla luce della procedura fallimentare e del sequestro preventivo, lo scenario che si aprirà per i lavoratori di qui ai prossimi mesi, posto che il termine della procedura fallimentare è fissato al 22 dicembre 2018”.

L’assessore Fabio Paparelli ha risposto spiegando che «il gruppo della Ex Novelli occupa 400 dipendenti, di cui circa 300 in Umbria, gruppo che faceva riferimento a una holding familiare che negli anni di massima operatività fatturava 120milioni di euro. A seguito della crisi e della vertenza aperta, è stato istituito un tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico, perché la vertenza incideva su più regioni e c’è stato un intervento direttamente coordinato dal Ministero attraverso il quale si è passati con concordato di riserva ad un nuovo CdA composto da esperti del settore. Il piano asseverato di ristrutturazione aziendale approvato dai creditori ha garantito la continuità produttiva delle produzioni, esternalizzando la rete dei servizi, vendendo alcuni asset della società e praticamente ha salvaguardato in toto, fino a un certo punto, l’occupazione. L’obiettivo finale del piano è stato sempre quello di addivenire a una cessione dell’intera azienda su base nazionale, entro questo quadro di riferimento sono state sviluppate da parte del CdA le azioni utili o che si ritenevano tali, fermo restando che lo stato di sofferenza economica finanziaria rendeva non procrastinabile, a pena del rischio di fallimento, la cessione degli asset aziendali. In questo quadro, il CdA ha prospettato al Ministero e a tutte le parti sociali il fatto che il 22 dicembre 2016 esisteva una sola proposta di cessione di acquisizione dell’intero perimetro aziendale con i requisiti essenziali a garantire la continuità aziendale e valorizzazione degli asset. E così vi è stata il 22 dicembre la cessione di tutte le attività e passività a una società del gruppo Igreco, Alimenti italiani.  La Regione dichiarò allora la disponibilità a supportare iniziative specifiche nei confronti di 44 lavoratori nell’ambito dell’area di crisi complessa e con il programma di politiche attive è stata data piena operatività a un pacchetto di azioni comprendenti attivazione tirocini e erogazione incentivi alla rioccupazione, volti a favorire l’incremento della dell’occupabilità e la possibilità di ricollocare i lavoratori in minori realtà nel territorio di Terni o territori limitrofi, e questo progetto sta continuando. Siamo ottimisti sul fatto che ci consentirà la riallocazione di buona parte dei lavoratori che daranno la loro disponibilità a essere ricollocati.  Il 22 dicembre 2017 il Tribunale di Castrovillari ha dichiarato inammissibile la proposta di concordato preventivo depositata da Alimenti italiani, nominando i curatori a della procedura fallimentare e autorizzando nel contempo la prosecuzione fino al 22 dicembre 2018. I curatori, con i quali la Regione è in contatto, ad oggi stanno da una parte garantendo l’operatività del gruppo e dall’altra raccogliendo richieste informazioni, alcune delle quali potrebbero tramutarsi in manifestazioni d’interesse da parte di imprese, ed è di tutta evidenza che la gestione della procedura è nelle mani della curatela, sulla base delle procedure previste dal diritto fallimentare».

Paparelli ha assicurato, infine, che la Regione svolgerà un’opera «attenta perché si creino le migliori condizioni affinché la cessione dell’azienda avvenga in un quadro che garantisca nel migliore modo possibile la continuità produttiva e l’occupazione, sollecitando in primis il Ministero, io l’ho fatto in queste ore, a riconvocare il tavolo nazionale, per aggiornare lo stato di fatto e garantire il monitoraggio costante nell’evoluzione da qui a dicembre, dopo la dichiarazione di fallimento di Alimenti italiani. La Regione farà gli interessi dei siti produttivi presenti sul territorio per valorizzarli e garantire sia l’occupazione che lo sviluppo degli stessi».