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Scuola nel caos, mancano 85mila insegnanti all’appello

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Il ministro Lucia Azzolina

I sindacati lanciano l’allarme, anche perché i posti da coprire sono molti di più di quelli legati ai trasferimenti, tanto da superare, con tutta probabilità, quota 180mila

Il ministro Lucia Azzolina

Il Ministero dell’Istruzione cerca soluzioni in vista del rientro in classe dopo l’emergenza Coronavirus. La ministra Lucia Azzolina ha ribadito che le scuole riapriranno in sicurezza il 14 settembre e sul tavolo, solo per la ripartenza, ci sono 3,3 miliardi. Mentre sul fronte insegnanti, «le cattedre vuote non sono, purtroppo, una novità e sono la conseguenza di una mancata programmazione sui concorsi degli ultimi anni – si legge in una nota del dicastero di Viale Trastevere – anche per questo è importante che la macchina concorsuale possa ripartire al più presto, che sia invertita la rotta e si possano poi fare concorsi con cadenza periodica, senza andamenti a singhiozzo. Con questo obiettivo, a fine aprile, sono stati banditi concorsi per 62mila posti, successivamente portati a 78mila». Ma il nodo dell’organico resta il più difficile da sciogliere.
Sono oltre 85mila le cattedre vacanti nella scuola italiana secondo i dati raccolti dopo le richieste di trasferimento arrivate al Miur. Lo scorso anno erano 20mila in meno e la situazione, sempre più critica sul fronte numeri, quest’anno si abbatterà su scuole che, da settembre, saranno alle prese con il rientro degli alunni dopo l’emergenza Covid.

Si rischia il caos, avvertono i sindacati, che lanciano l’allarme, anche perché i posti da coprire sono molti di più di quelli legati ai trasferimenti, tanto da superare, con tutta probabilità, quota 180mila. Secondo Massimiliano De Conca, Flc Cgil, «nella migliore delle ipotesi, con gli attuali canali di reclutamento, si riuscirà a coprire con personale di ruolo 30-40mila posti».

«Il sistema ormai fa acqua da tutte le parti – evidenzia De Conca -. È vergognoso, perché da anni si chiedono concorsi straordinari per inserire personale. Ma gli intoppi burocratici e i cambi di governo portano alla situazione di oggi». Risultato? «Dopo anni in cui si sono accumulati ritardi su ritardi, Non ci sono i presupposti per partire in ordine a settembre». «Basti pensare – conclude – che alle cifre già citate vanno aggiunti gli oltre 75 mila posti di sostegno in deroga e i circa 15 mila posti di “adeguamento all’organico di fatto”». Così il conto delle posizioni da coprire si impenna a 180mila circa.
E anche la Uil denuncia «un quadro desolante, con un insegnante precario ogni quattro».