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Nel rilancio di Assisi dobbiamo ben valutare le nostre opportunità

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Stefania Proietti

A partire dall’evento “The economy of Francesco” agli alti valori della spritualità che infonde la nostra città

Stefania Proietti

di Stefania Proietti (*) – La pandemia Covid-19 ha cambiato le nostre esistenze, abbiamo vissuto (e dovremo convivere) con un virus invisibile che ha evidenziato le nostre paure e il nostro disorientamento, svuotando le strade, i vicoli, le piazze di gente, suoni e colori, mostrando nel caso di Assisi una bellezza straordinaria purtroppo priva di vita. Una bellezza autentica ma quasi senz’anima. E noi quell’anima la vogliamo ridare ad Assisi.

Da questo cambiamento dobbiamo ripartire affidandoci a una strategia che punti alla rinascita del nostro Paese. Dobbiamo sforzarci di rileggere questa crisi come occasione di ripartenza con una visione lungimirante che può partire dall’evento The economy of Francesco. Tra i progetti del 2020 c’è il grande invito che il Papa ha rivolto ai giovani economisti di tutto il mondo per elaborare un nuovo modello di sviluppo legato alle persone e all’ambiente.

Ecco, Assisi deve ripartire da questo messaggio e guardare avanti, pensare il futuro della Città che è il simbolo della spiritualità nel mondo, è la patria di San Francesco che spogliandosi dei suoi beni ha privilegiato e predicato il bene comune, i valori della pace e dell’accoglienza.

Ora più che mai Assisi, città del patrono d’Italia, sarà l’emblema di speranza e di rinascita per l’Umbria, per l’Italia e per il mondo: nell’autenticità del messaggio francescano possiamo ritrovare la forza della vita vera attraverso la solidarietà e l’opzione preferenziale per i poveri e i bisognosi.

Accompagniamo questo nostro auspicio con le parole che ci piace attribuire a San Francesco benedicente la Città poco prima del Transito: “Assisi avrà guai, ma non perirà mai”.

Tra le nostre idee per la rinascita c’è l’istituzione di un tavolo di lavoro interdisciplinare per delineare il futuro dell’accoglienza per la rinascita di Assisi e dell’Umbria e abbiamo già chiesto un supporto concreto all’Università di Perugia, eccellenza vincente nelle sfide sanitarie e gestionali di questa crisi.

Assisi, patrimonio mondiale dell’Unesco, rappresenta il 25% delle presenze turistiche in Umbria, può diventare un “laboratorio” per pensare, creare, sperimentare un progetto pilota per la rinascita del turismo. Così che, elaborando un modello-Assisi basato sull’innovazione, si possa immediatamente passare a un modello di ripartenza dell’Umbria tutta.

Tra i presupposti di una ripartenza immediata ci sono la sicurezza degli spazi, la creatività nel distanziamento sociale, uno screening gratuito della popolazione a base di test sierologici, i presidi di sicurezza per i più deboli, il potenziamento dell’ospedale, una mappatura della povertà.

Ma anche supporti concreti per aiutare le aziende che ad Assisi lavorano con il turismo, come un taglio netto delle tasse o fondi compensativi o moratoria fiscale. Oppure reperire dagli accantonamenti obbligatori inseriti nei bilanci comunali le risorse per un sostegno per l’intera filiera. O ancora chiedere meno vincoli alla Sovrintendenza per i posti nei locali che si ridurranno per il distanziamento sociale. O ancora interventi sugli affitti e più flessibilità sugli orari.

Queste sono solo alcune delle proposte che come Amministrazione comunale stiamo studiando, siamo già al lavoro per scrivere il Patto per la rinascita di Assisi.

(*) Sindaco di Assisi