Home Economia Il coronavirus autentico flagello per le imprese private

Il coronavirus autentico flagello per le imprese private

0

Solo lo Stato può combattere la recessione in atto. L’appello della Governatrice BCE Lagarde

di Bruno Di Pilla – E’ anche un flagello per l’economia, il coronavirus. La recessione, aggravata dagli effetti della pandemia in atto, va combattuta con decisi interventi dello Stato, che restituiscano fiducia alla collettività nazionale, i cui depositi in conto corrente ammontano addirittura a 1.500 miliardi. Cresce ogni giorno il risparmio amorfo delle famiglie, considerati i rendimenti quasi nulli di titoli pubblici ed obbligazioni private, per non parlare della paralisi del mercato azionario, visto con diffidenza dai “tori”, compratori rialzisti. Inutile attendere, in frangenti drammatici come questi, significativi investimenti delle imprese, a dir poco impaurite dai crolli di vendite in patria, dell’export e degli interscambi merceologici a livello mondiale.

Christine Lagarde
Christine Lagarde

Il concetto è stato ribadito con chiarezza non solo dal Presidente ABI, Antonio Patuelli, ma anche dall’attuale Governatrice BCE. Come il predecessore Mario Draghi, la francese Christine Lagarde invoca politiche strutturali e fiscali dei singoli Governi unionisti, non bastando la leva monetaria del QE (Quantitative Easing) per neutralizzare la fase negativa del ciclo, tanto più che l’Istituto di Francoforte non può erogare denaro a tempo indeterminato. Ecco perché le 27 Nazioni comunitarie dovrebbero unire le forze per giungere all’auspicata unione bancaria ed alla creazione di una sola Borsa europea. In Italia, in particolare, è umiliante registrare l’imbarazzante denatalità e l’emigrazione di cervelli e lavoratori qualificati, che vanno ad accrescere il PIL di Paesi già forti, nonché la sistematica cessione d’aziende medio-grandi a gruppi stranieri, mentre si arrendono in serie i piccoli commercianti, schiacciati da oligopoli e multinazionali. Si salvano bar, ristoranti, alberghi ed esercenti nel settore alimentare, grazie al fascino esercitato dalle città d’arte e dai siti archeologici, montani e balneari dello Stivale.

La desertificazione industriale, tra l’altro, alimenta il diffondersi delle mafie, cui risulta più agevole il reclutamento di minorenni e disoccupati, specie in zone povere ed abbandonate al “laissez-faire” del crimine organizzato. Lo statunitense Paul Samuelson, Premio Nobel nel 1970, esortava i Governi a sostenere al tempo stesso domanda ed offerta, accantonando la legge degli sbocchi del francese Jean Baptiste Say (ogni offerta crea la sua domanda) e le fideistiche concezioni monetariste dei mercati concorrenziali, secondo cui addirittura dannosa sarebbe ogni interferenza dello Stato nella sfera privata. Proprio la “deregulation” degli Anni Novanta e le privatizzazioni a pioggia causarono la progressiva penetrazione nel nostro territorio di multinazionali agguerrite, che, in poco più d’un ventennio, hanno fatto incetta di prestigiosi marchi ed annichilito lo spirito d’intrapresa di valorosi capitani d’industria, fiori all’occhiello del secolo scorso. Ora, le speranze di conservare almeno il pacchetto maggioritario dei gangli vitali rimasti (Eni, Enel, Fincantieri, Poste, Ferrovie, Autostrade), sono affidate a CDP, Cassa Depositi e Prestiti, unica holding pubblica, che agisce a sostegno degli imprenditori superstiti ancora desiderosi di lottare. Le grandi opere statali, soprattutto finalizzate alla ristrutturazione di snodi viari, ponti e gallerie, nonché alla salvaguardia di Alitalia, del fondamentale settore dell’acciaio e dell’inimitabile patrimonio culturale, sono indispensabili per la creazione di nuovi posti di lavoro. E’ una vergogna che una famiglia su 10 debba fare i conti con ragazzini che, abbandonando anzitempo gli studi, sono schiavizzati da droghe sempre più sofisticate, vendute a prezzi stracciati. Occupazione, scuole attrezzate, ma anche riscoperta e valorizzazione del settore primario (agricoltura, zootecnia, pesca, green economy) sono potenti antidoti al disorientamento delle nuove generazioni, cui non bastano più generiche conoscenze tecnologiche in ambiti dominati dall’ingegneria robotica e da androidi sempre più alternativi agli esseri umani.