Home Attualità Franco Bechis lascia Il Corriere dell’Umbria per andare a dirigere Il Tempo

Franco Bechis lascia Il Corriere dell’Umbria per andare a dirigere Il Tempo

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Franco Bechis sarà il nuovo direttore del quotidiano Il Tempo. Ne dà notizia un flash di Dagospia secondo il quale  dovrebbe a breve prendere il posto dell’attuale direttore Gian Marco Chiocci, forse già pronto per un posto in Rai.

L’ex vicedirettore di Libero lascia dopo un anno esatto, la guida dei 5 Corrieri del Centro Italia, dell’Umbria, Rieti, Viterbo, Siena e Arezzo, sempre di proprietà della famiglia Angelucci, per tornare al quotidiano che già diresse dal 2002 al 2006, quando era di Bonifaci.
Bechis, che in questi dodici mesi ha avuto modo di dare un’impronta molto particolare al quotidiano nato in Umbria, ha salutato i lettori con un editoriale in prima pagina, intitolato con la semplice parola “Grazie”.
A Bechis succede Davide Vecchi che ha affidato le sue prime impressioni, prima dell’arrivo ufficiale, alla sua pagina Facebook.

Il nuovo direttore Davide Vecchi, 44 anni (nella foto tratta dal suo profilo Facebook), nato a Perugia, è un giornalista d’inchiesta, da otto anni tra le prime firme del Fatto quotidiano. Dopo aver iniziato alla redazione perugina del Messaggero, ha frequentato la scuola di giornalismo Walter Tobagi di Milano. Passa per Metro, l’Espresso, Adnkronos prima di approdare alla corte di Marco Travaglio. Qui si occupa di cronaca giudiziaria, seguendo i casi più scottanti e spesso intrecciati alla politica. Più volte si è occupato di Lega Nord, ma anche dello scandalo Mps (per primo ha pubblicato le mail di David Rossi in cui parla di suicidio), Banca Etruria e più volte di Renzi (anche per il caso Consip), su cui ha scritto due libri per Chiarelettere.

Prime parole «Dopo otto anni – scrive su Facebook – lascio il Fatto Quotidiano. Ho ricevuto una proposta difficile da rifiutare, una crescita professionale importante. Lasciare il Fatto è doloroso, una famiglia in cui ho vissuto anni fantastici sia professionalmente sia umanamente. Ho imparato moltissimo e molto ancora devo imparare ma le esperienze finiscono ed è giusto e necessario ogni tanto cambiare. Non ho idea di cosa significhi dirigere un giornale, non l’ho mai fatto. Ma seguo gli esempi avuti finora. E direttori bravi ne ho avuti molti. Da Giulio Anselmi all’Espresso fino ai più recenti: Peter Gomez, Antonio Padellaro, Marco Travaglio. Spero di aver recepito da ciascuno il più possibile e soprattutto di essere in grado a tradurlo nei fatti. Io ci provo e, come sempre, ce la metterò tutta».