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«Favorire gli investimenti e dare risposte ai cittadini»

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Andrea Romizi

Immagino un più adeguato utilizzo dei finanziamenti provenienti dall’Unione Europea, attraverso il coordinamento di Governo e Regioni

Andrea Romizi

di Andrea Romizi (*) – L’emergenza sanitaria legata alla diffusione del covid-19, un nuovo virus sconosciuto e molto aggressivo nei confronti del quale non vi era e non vi è alcun vaccino sperimentato, ha letteralmente sconvolto l’esistenza di tutti noi cittadini, indipendentemente dai ruoli e dalle competenze. Per la prima volta, dalla seconda guerra mondiale in poi, le Nazioni, Italia compresa, sono state costrette a rivedere gli stili di vita, le abitudini, i progetti, le prospettive per arginare una pandemia in alcuni territori apparsa, addirittura, incontrollabile. Il Comune di Perugia in questo contesto ha adottato molteplici azioni, nel pieno rispetto e ad integrazione dei provvedimenti emessi a livello governativo ed in perfetto coordinamento con tutte le altre Istituzioni coinvolte a livello locale, Regione, Provincia, Comuni limitrofi, Prefettura, Forze dell’ordine.

Il primo pensiero della nostra azione amministrativa è stato di tutelare la salute dei concittadini, cercando nel contempo di garantire, pur nell’emergenza, il livello dei servizi offerto dall’Ente. Non a caso, in questo contesto, si è provveduto ad una decisa intensificazione del cosiddetto “lavoro agile”, che oggi coinvolte centinaia di dipendenti comunali e che permette un deciso efficientamento delle procedure.

I gravi danni prodotti dall’emergenza sanitaria, sociali ed economici in primis, richiedono un’attenta riflessione da parte delle Istituzioni, chiamate a dare risposte rapide ed efficaci alle crescenti e rinnovate esigenze dell’utenza.

In quest’ottica ritengo che le azioni future da adottare non potranno che essere frutto di uno stretto coordinamento tra tutti i livelli istituzionali, partendo dallo Stato per arrivare infine, secondo il principio della sussidiarietà verticale, ai Comuni, principale punto di riferimento per i cittadini. Solamente con progetti condivisi, sia chiaro, da portare avanti nei vari ambiti istituzionali sarà possibile dare risposte concrete ai cittadini, alle aziende, alle tante piccole attività messe in ginocchio dalla chiusura forzata.

Alcune soluzioni immediate per favorire una graduale ripresa sono sotto gli occhi di tutti ed oggetto ormai da tempo di un serrato dibattito: penso alla semplificazione delle procedure amministrative e, dunque, ad una riduzione della burocrazia, per favorire investimenti e per accorciare i tempi delle risposte alle istanze dei privati. Ed ancora immagino un più adeguato utilizzo dei finanziamenti provenienti dall’Unione Europea, attraverso il coordinamento di Governo e Regioni, ma nell’ambito di una specifica interlocuzione con i Comuni, per favorire uno sviluppo sostenibile delle attività ed una ripresa delle politiche culturali e turistiche, oggi messe in ginocchio.

Dovranno essere istituzionalizzate le nuove modalità di lavoro e di insegnamento, accelerando le politiche di digitalizzazione del Paese: il lavoro agile, la didattica a distanza, in parte sperimentati in questi mesi di emergenza, devono diventare modelli consolidati e diffusi.

Resta il nodo, apertissimo, legato alla tutela della salute e, dunque, all’adozione di buone pratiche che consentano nel tempo di contenere la diffusione del virus, consentendo alla popolazione di convivere con esso. Sotto questo profilo le Amministrazioni non potranno che basarsi sui protocolli medici, operando in stretto coordinamento tra loro nell’ambito di una continua condivisione con la comunità scientifica. Tutti, per riuscire nell’intento finale, dovranno fare la loro parte: governanti certamente, ma anche cittadini, perché questa è una sfida in cui nessuno deve essere lasciato solo.

(*) Sindaco di Perugia