Home Cronaca Con la pandemia è aumentato il numero dei richiedenti aiuto

Con la pandemia è aumentato il numero dei richiedenti aiuto

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Il VI Rapporto della Caritas diocesana sulla povertà e l’inclusione sociale evidenzia un aggravarsi delle situazioni di difficoltà economiche in tutto il territorio umbro

di Francesco Pastorelli – Il direttore della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, don Marco Briziarelli, ha presentato il VI Rapporto dal titolo “Insieme nella cura”.

Il lavoro, atteso anche da istituzioni e organizzazioni impegnate nel welfare, è il frutto di un osservatorio che si avvale dal 2015 di un’equipe di esperti, tra cui Silvia Bagnarelli, Alfonso Dragone, Nicola Falocci, Fiammetta Marchionni e Daniela Monni.

Dallo studio-ricerca sulle povertà e l’inclusione sociale dell’andamento del fenomeno relativo all’anno 2020 e ai primi quattro mesi del 2021, emerge a chiari note un forte aumento del numero dei richiedenti aiuto.

Nel 2020 a rivolgersi al Centro di ascolto diocesano sono stati in 1.306 (754 donne, 552 uomini), (nel 2019 erano stati 1.039), con una variazione del 26% in più. Contrariamente agli anni passati l’aumento ha riguardato essenzialmente gli umbri e in modo più contenuto gli stranieri.

Sono tutte persone con problematiche molto complesse, non solo economiche, ma sanitarie, relazionali per assenza di reti parentali e amicali, burocratiche nell’espletamento di domande per l’accesso a prestazioni e servizi, di sovraindebitamento.

Queste problematiche si sono accentuate con la pandemia e questo ha comportato ulteriori interventi Caritas per affrontarle.

Quali gli Empori della Solidarietà, il Consultorio medico, le iniziative promosse dall’Area progetti e le attività di prossimità delle Caritas parrocchiali, anch’esse aumentate nell’ultimo anno. Riguardo a queste realtà, denominate nel Rapporto “centri periferici” (cinquantadue censiti con duecento volontari), hanno registrato nel 2020 complessivamente novecentodieci utenti rispetto ai seicentoquattro dell’anno precedente.

Si innalzano le fasce di reddito colpite dalla povertà

Un effetto vistoso della pandemia sulla composizione dei poveri si osserva sul fronte dei redditi degli utenti. Dalla distribuzione del reddito familiare risulta l’aumento del peso delle fasce oltre i 600 euro. Per gli italiani, si passa da un reddito medio di 485 euro dei vecchi utenti agli 826 euro dei nuovi. Da questo dato si intuisce l’ingresso in Caritas di figure nuove (che possono essere lavoratori autonomi, piccoli imprenditori, artigiani, professionisti…), di famiglie con redditi di poco superiori alla soglia di povertà, e trascinati al di sotto di questa dalle conseguenze restrittive dell’emergenza sanitaria.

Sempre più insostenibile l’onere degli affitti

Ottocentotrentasei (64% del totale): è il numero dei poveri acceduti al Centro che dichiarano di vivere in una casa in affitto da privato. L’incidenza della povertà assoluta dipende anche dal titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive, e la situazione è particolarmente critica per chi vive in affitto: in Italia, il 43% di tutte le famiglie povere vivono in affitto, che pesa per il 36% sulla spesa delle famiglie povere …, e questo spiega la rilevanza della campagna “adotta un affitto” della Caritas diocesana.

Aumentano i lavoratori poveri

Risulta inoltre grave la situazione sul fronte del lavoro. Sono 307 i poveri che si dichiarano occupati, che possiamo supporre “lavoratori poveri”, che alcuni stimano per l’Italia in 1 milione e mezzo (con un aumento del 22% rispetto al 2019), per i quali l’occupazione non preserva da una situazione di povertà. A questi si aggiungono 454 disoccupati, peraltro diminuiti di quasi il 40% rispetto al 2019: tale diminuzione può corrispondere ad un aumento degli inattivi, entrambi i fenomeni essendo stati registrati in Italia e in Umbria (come rimarca l’ultima relazione di Bankitalia per l’economia dell’Umbria) nel 2020. 85 poveri dichiarano inoltre lavoro nero o comunque irregolare (con un aumento sul 2019 del 60%).

Cresce la pressione dei bisogni sui poveri

Da 2.893 a 4.641: a tanto ammonta il numero di bisogni complessivamente espressi dagli utenti nel 2019 e nel 2020, con un aumento esplosivo del 60,4%. Aumenta anche il numero medio di bisogni per utente (da 2,8 a 3,6), possibile, anche se rozzo, indicatore dell’andamento della pressione dei bisogni sugli utenti. 1302 utenti segnalano problemi economici/di povertà, 1263 problemi di occupazione/lavoro, 407 problemi di immigrazione, 360 problemi familiari, 352 problemi abitativi, 156 problemi di salute. La povertà conferma la sua natura multidimensionale, che chiede un approccio sistemico e integrato, ma anche un’attenzione profonda e premurosa alle persone, un concorso comunitario all’attuazione della stessa, allo sviluppo di relazioni collaborative tra tutti gli attori.

Si potenzia il contrasto di Caritas alla povertà

Da 4.892 a 6.986: è il salto dal 2019 al 2020 del numero di interventi offerti da Caritas, con un aumento del 43%, per rispondere alla pressione della domanda. Per quasi tutte le tipologie di interventi si registra nel biennio un’espansione più o meno rilevante. Un aumento molto significativo si osserva per il servizio di Ascolto, che è il servizio di base, con un aumento del 31%, che apre a tutti i successivi e influisce su di essi. Aumentano anche gli interventi in Beni e servizi materiali, del 44%. Alcune tipologie acquistano consistenza significativa proprio nel 2020, come accade per i coinvolgimenti (apertura ad altri servizi), per il lavoro ed anche per l’orientamento. I servizi sanitari mostrano un aumento del 18%. I sussidi economici si incrementano del 19%. Si sviluppano categorie di intervento nuove, come anche l’attività progettuale della Caritas, volta a influire non solo sull’emergenza quanto sugli aggiustamenti strutturali dell’attività di protezione e di inclusione sociale”.

Il commento del direttore don Briziarelli

“Contrariamente agli anni precedenti, il 2020 – sottolinea don Marco Briziarelli – ha visto crescere le richieste di aiuto e confermare una maggiore richiesta di aiuto da parte delle donne. I nuovi trend, causati dalla pandemia, mostrano una maggiore difficoltà da parte di chi vive da solo, l’aumento dell’incidenza delle richieste di aiuto di giovani, in modo particolare degli italiani e un aumento dei lavoratori poveri, dei disoccupati e degli inattivi”.

Dietro i numeri le persone

“In questo arcipelago mutevole – prosegue il direttore della Caritas – nuove forme di povertà continuano ad emergere accanto a quelle già note. In linea generale si registra un continuo e progressivo scivolamento verso il basso delle condizioni socio-economiche e un relativo aumento delle povertà, il cui volto muta velocemente, di mese in mese, e ci impone – ancor di più – una riflessione attenta che abbia uno sguardo profetico. Come profetiche furono le parole pronunciate dal cardinal Bassetti un anno fa: ne usciremo con l’aiuto di tutti. Ed è proprio dalla capacità di aiuto reciproco che si misura una comunità viva e sana. I numeri ci danno la dimensione del fenomeno che stiamo vivendo ma è bene ricordare che dietro questi numeri ci sono madri, padri, bambini, persone anziane e giovani con storie di vita ferite. Attraverso le loro storie riviviamo il Vangelo, tocchiamo con mano le ferite sofferenti di Gesù. Facendoci prossimi ai poveri ci avviciniamo a Cristo”.

Una società più giusta

“Ciò che comunque occorre – conclude il professor Pierluigi Grasselli, parafrasando don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana – è un approccio di tipo comunitario, che metta al centro promozione delle relazioni di qualità e della capacità delle persone, e infrastrutturazione sociale e concorra alla costruzione di una società più giusta, capace di fraternità e attenta alla sostenibilità, ai bisogni dell’altro e alla cultura dell’incontro”.