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Alitalia, simbolo della rinascita postbellica nazionale

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Finanziamento-ponte dello Stato per 400 milioni fino a maggio 2020, in attesa di una cordata (con Lufthansa?) che ne assicuri il definitivo rilancio

di Bruno Di Pilla – Per le imminenti festività natalizie e di fine anno potremo ancora salire a bordo dei “nostri” aerei. Alitalia ha infatti ricevuto dallo Stato un finanziamento-ponte di altri 400 milioni per i prossimi 6 mesi, fino al 31 maggio 2020, in attesa della formazione di una cordata in grado di assicurarne il definitivo rilancio.

Nessuna cessione, per ora, di aerei e rotte a vettori stranieri, cui non interesserebbe il quotidiano mantenimento delle tratte interne meno redditizie, cioè i collegamenti con il Sud e le isole. D’altronde, si capisce perché i colossi mondiali del trasporto aereo tendano a farsi reciproca concorrenza sui lunghi tragitti, internazionali ed intercontinentali, sempre molto ricercati dalla clientela più facoltosa ed avvezza a viaggiare non solo per motivi turistici, ma anche per finalità economiche e commerciali.

Al ceto medio-basso del nostro Paese, però, lo Stato non poteva negare l’opportunità di volare per raggiungere le cosiddette tappe intermedie e minori, costringendo la gente ad avvalersi di mezzi alternativi, notoriamente meno rapidi e sicuri. Al di là delle grandi mète esotiche estive, infatti, i connazionali hanno da decenni “familiarizzato” con Alitalia, cui volentieri si affidano per temporanei soggiorni in varie località della penisola.

Batte forte il cuore per le incerte sorti della compagnia tricolore, che rappresenta un vanto e l’autentica carta d’identità di un popolo sin troppo amareggiato per la perdita di marchi prestigiosi. Esclusa l’ipotesi di un’integrale nazionalizzazione, per gli eccessivi costi di gestione, la viva speranza è che se ne scongiuri la liquidazione e si giunga, nella prossima estate, alla creazione di una società mista (con Lufthansa?) in grado di garantire la sopravvivenza del più amato simbolo della rinascita postbellica italiana.