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«Al fianco dei cittadini e delle imprese»

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Filippo Mario Stirati

Con alleggerimenti di natura tributaria ma anche valorizzando commercio, artigianato, agricoltura e turismo

Filippo Mario Stirati

di Filippo Mario Stirati (*) – Dopo il Coronavirus non ci sarà e non ci potrà essere lo status quo ante. Occorre dunque ripartire avendo fatto tesoro di alcune lezioni, in primis dovremo puntare molto di più sulla garanzia di una sanità pubblica che sia efficiente e che valorizzi la sfera ospedaliera ma non di meno quella territoriale e di prossimità, con un maggiore coinvolgimento dei Sindaci e dei cittadini negli indirizzi fondamentali che dovrà assumere.

La questione ambientale, a cominciare dal problema della presenza nell’aria di gas climalteranti e polveri sottili, così come dalla più vasta problematica del cambiamento climatico, non potrà esimerci da una accelerazione convinta della transizione alla green economy in un’ottica di sviluppo sostenibile. La tutela del proprio corpo scolpita nella nostra Carta Costituzionale ha assunto sempre di più una dimensione collettiva e comunitaria.

L’emergenza pandemica ha acuito la questione sociale delle nostre comunità imponendoci un’azione incisiva e continuativa per contrastare le povertà e per salvaguardare la coesione sociale. Il tema del lavoro risulta come non mai scottante tanto da imporre un grande patto tra le istituzioni ed i vari, legittimi portatori di interesse nei diversi ambiti economico-occupazionali per monitorare, dati alla mano, le criticità socio-economiche e individuare le contromisure.

Siamo pronti a intervenire anche con significativi alleggerimenti di natura tributaria sulle famiglie e sulle imprese purché non siamo messi in una condizione di precarietà finanziaria a fronte del pesante ridimensionamento delle entrate che subiremo nel corso di questo anno con tutti gli interrogativi che incombono anche sulle fasi successive. Il Governo deve assolutamente ristorare i Comuni!

C’è un’altra grande questione che avvertiamo in tutta la sua urgenza: l’attivazione spedita, attraverso uno snellimento delle procedure burocratiche e delle stesse gare d’appalto, dei cantieri possibili in virtù di stanziamenti già esistenti e che non riescono a vedere la luce. E’ questa una grave lacuna del “Sistema Italia” da colmare al più presto per immettere rapidamente risorse, lavoro,effetti virtuosi dell’indotto, fiducia negli investitori. E’ quanto mai opportuno, inoltre, incentivare le imprese esistenti, le nuove potenziali e le start up capaci di creare veri posti di lavoro. Dobbiamo poi pensare, unitamente ai settori del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura, a quello vitale e per noi cruciale del turismo, per il quale occorre stringersi a coorte con tutti gli operatori per lavorare nell’immediato ad un progetto di rinascita incentrato sull’Umbria offerta agli umbri e, progressivamente, fondato sull’attrattore dei nostri territori come luoghi del buon vivere e del “buen retiro”. A questa prima fase dovranno poi seguire progettualità ambiziose di convinta ripartenza. Altro tematismo imprescindibile è quello dell’innovazione digitale da declinare nei Comuni e negli uffici pubblici per implementare quel lavoro a distanza che stiamo sperimentando come concreta alternativa alla “presenza”; nelle imprese per enfatizzarne la competitività; nella scuola con l’obiettivo di assicurare a tutti il diritto allo studio garantendo l’accesso digitale in maniera democratica. Un piano straordinario per le infrastrutture digitali e per la banda larga è uno dei tanti cambi di passo che dobbiamo acquisire.

Sul piano psicologico abbiamo bisogno di fiducia, di speranza, di futuro, di classi dirigenti all’altezza di sfide che non contemplano miopie, pochezza politico-culturale, bassezze istituzionali. Con l’auspicio che l’Europa sappia smentire quella definizione che circola negli ambienti di Harvard: “The sinking museum” (il museo che affonda).

(*) Sindaco di Gubbio