Home Attualità Aiuti alle famiglie costrette ad assumere colf e badanti

Aiuti alle famiglie costrette ad assumere colf e badanti

0

È la proposta avanzata al Governo da Domina, che prospetta anche la possibilità di adottare permessi di soggiorno temporanei per i lavoratori extra comunitari senza permesso di soggiorno

di Domenico Paladino – L’’invecchiamento della popolazione sta facendo aumentare in maniera vertiginosa la richiesta delle colf e badanti. Oggi ad operare sul territorio sono circa 2 milioni. Con un grosso punto dolente: il 60% è in nero.

In pratica solo 900mila sono perfettamente in regola. Un’irregolarità che provoca un “buco” enorme alle casse del Fisco.

Lo sancisce il rapporto presentato da Assindatcolf che disegna una situazione molto critica. Fatti i conti, a sommare il numero di tutte “assistenti” che vengono dalla Georgia, dalla Romania, dalla Polonia, dall’Ucraina, dal Bulgaria e Moldavia, si arriva a delineare un “esercito” che opera senza diritti ma anche senza doveri, in grado di generare mancate entrate: 600 milioni di euro per reddito da lavoro non dichiarato (Irpef) e 1,8 miliardi di contributi previdenziali non versati (Inps).

Anche in Umbria la situazione è drammatica. C’è un “sommerso” che fa paura. A riprova i casi messi in luce recentemente dalla Guardia di fi nanza di Terni e Orvieto, che ha “scovato” 20 collaboratrici domestiche totalmente sconosciute all’Agenzia delle Entrate, per un ammontare complessivo di oltre 1 milione di euro di redditi non dichiarati. Ma è solo una pagliuzza in un pagliaio. Secondo l’elaborazione del Sole 24 Ore e Fondazione Leone Moressa su dati Domina, Istat e Inps, in Umbria sono registrati ad oggi 18.352 lavoratori domestici regolari, che equivalgono ad un costo per le famiglie di 140 milioni di euro. Cifre ovviamente indicative e non del tutto esaustive, visto il “sommerso” in cui questo settore è impantanato da sempre.

E sempre peggio sarà, se non si prendono immediati provvedimenti. Assindatcolf ha calcolato in 19,1 miliardi il giro di affari annuo generato dal lavoro domestico, pari all’1,25% del Pil, e anche che da qui al 2030 l’Italia avrà bisogno del 25% di badanti in più. Per questo che il Governo, per combattere l’evasione e fare cassa, sta pensando di introdurre delle novità che puntano a risanare e far emergere le irregolarità.

In questo quadro di riordino, vengono prese soprattutto in considerazione le proposte dell’osservatorio nazionale sul lavoro domestico Domina, che indica come soluzione la possibilità di poter far leva sugli incentivi fi scali per le famiglie, prospettando una deducibilità del 15% della retribuzione per i lavoratori domestici e del 30% per le badanti.

Domina chiede inoltre di facilitare all’Agenzia delle Entrate l’accesso al dato retributivo relativo alle dichiarazioni di assunzioni che le famiglie rilasciano all’Inps. E pone come terza condizione l’attenzione sulla difficoltà di regolarizzare i lavoratori extra-comunitari senza permesso di soggiorno già presenti nel territorio. “L’adozione di permessi di soggiorno

temporanei legati al contratto di lavoro domestico – si legge nel documento – consentirebbe un’ulteriore emersione di forme irregolari di lavoro. La regolarizzazione dei lavoratori in nero e l’intensificazione dei controlli, parallelamente alla realizzazione di politiche attente alle esigenze delle famiglie, sono alcune delle sfide da affrontare in un settore destinato ad avere un peso crescente nel nostro paese. Perché rinunciare a un possibile aumento delle entrate contributive e fiscali?”.